
L’alba sul litorale romano si è tinta di nero questa mattina. Non per le nuvole o per un’improvvisa burrasca, ma per una colonna di fumo che ha oscurato il cielo sopra Fiumicino. In pochi minuti, un rogo ha infranto il silenzio estivo, portando con sé l’odore acre del legno bruciato e la tensione di un incendio che, sebbene circoscritto, ha minacciato un importante progetto storico-culturale.
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Chi ha visto sollevarsi quel fumo all’orizzonte ha pensato subito al peggio. A pochi passi dall’aeroporto Leonardo da Vinci, il timore di una nuova emergenza si è fatto largo, ma la macchina dei soccorsi ha reagito in tempo. Mentre le fiamme divoravano parte del cantiere, la nave Liburna, cuore simbolico dell’opera, è rimasta intatta. Il resto, però, è andato in cenere.
Le fiamme nel cantiere della Liburna
L’incendio è scoppiato alle 8.30 di questa mattina in via del Faro, proprio nel cantiere dove da anni viene costruita la Liburna, una riproduzione in legno a grandezza naturale di un’antica nave da guerra romana lunga 33 metri. Le prime fiamme si sono sprigionate dalla tettoia in legno e dal magazzino, per poi propagarsi rapidamente alimentate dal vento e dai materiali infiammabili presenti sul posto.
La struttura colpita non ospitava visitatori al momento dell’incendio. Nessun ferito è stato registrato, ma il bilancio parla di attrezzature distrutte: strumenti da falegnameria, materiali da costruzione e altri dispositivi indispensabili alla prosecuzione dei lavori. Si tratta di un duro colpo per la famiglia di maestri d’ascia che, da anni, lavora con dedizione a questo progetto culturale, diventato punto di riferimento per studiosi e scolaresche.

Salva la nave, ma restano i danni
Fortunatamente, il fuoco non ha intaccato lo scafo della Liburna. L’area della nave è stata risparmiata dalle fiamme grazie all’intervento rapido dei vigili del fuoco, giunti sul posto in pochi minuti con diverse squadre. Il rischio di un incendio più esteso, che avrebbe potuto mettere in pericolo anche le infrastrutture circostanti, è stato così scongiurato.
Nonostante la vicinanza all’aeroporto, il traffico aereo non ha subito interruzioni. Anche la circolazione ferroviaria, monitorata in tempo reale, è rimasta regolare. Tuttavia, l’enorme colonna di fumo nera visibile a chilometri di distanza ha destato preoccupazione tra i residenti e ha attirato l’attenzione di numerosi curiosi nella zona.
Ipotesi dolosa e indagini in corso
Le cause dell’incendio sono ancora al vaglio degli inquirenti, ma tra le piste al momento più accreditate non si esclude quella dolosa. Saranno le indagini a chiarire se le fiamme siano partite per un cortocircuito, un errore umano o per un atto volontario. Gli inquirenti stanno acquisendo le immagini di videosorveglianza della zona e ascoltando i testimoni che si trovavano nei paraggi nelle prime ore della giornata.
Nel frattempo, il danno resta evidente. La distruzione del magazzino e degli strumenti rischia di rallentare, se non bloccare temporaneamente, l’avanzamento dei lavori su un progetto che avrebbe dovuto restituire al territorio una nave simbolo della storia romana, inserita in un più ampio programma di valorizzazione culturale dell’area portuale.

Un patrimonio da salvare
Il cantiere della Liburna rappresenta uno dei rari esempi di archeologia sperimentale in corso in Italia. La nave, ricostruita con tecniche storiche e materiali coerenti con l’epoca, è frutto di una lunga e meticolosa attività di studio. Più volte è stata meta di visite guidate per scuole, appassionati e ricercatori, offrendo un’esperienza immersiva nel mondo della navigazione romana.
L’incendio di oggi pone non solo una questione di sicurezza e responsabilità, ma anche di tutela del patrimonio culturale locale. In molti, tra cittadini e istituzioni, si stanno mobilitando per garantire che il progetto possa continuare e che quanto perso venga ricostruito. La speranza, ora, è che le indagini chiariscano al più presto l’origine del rogo, restituendo verità e giustizia a chi da anni lavora per tenere viva la memoria storica della costa romana.