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Insalate di mare o di additivi? Ecco cosa contengono (e cosa mangi) davvero

Pubblicato: 07/07/2025 09:46
insalate di mare

Tra i piatti più gettonati dell’estate ci sono le insalate di mare, vendute già pronte nei banchi frigo del supermercato. Basta aprire la confezione, già condita con olio e, talvolta, con verdure, per portarle direttamente in tavola. Tuttavia, leggendo le etichette, ci si accorge che dietro un’apparente semplicità si nasconde una lunga lista di ingredienti e additivi difficili da immaginare. La rivista Il Salvagente ha condotto un’indagine su questi prodotti, andando a vedere cosa contengono davvero. Vediamo cosa hanno scoperto.
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Cosa c’è davvero dentro le insalate di mare?

La rivista cita alcune marche molto note, e scrive a proposito di queste: “Il 73% è composto da molluschi e crostacei (totani, seppie, polpi, cozze e mazzancolle tropicali), con l’aggiunta di olio di semi, aceto e una piccolissima quantità di fruttosio, tanto da non risultare tra gli zuccheri in etichetta. Come conservante viene impiegato il sorbato di potassio“. In un’altra la percentuale di pesce scende addirittura al 53,8%, mentre aumentano le verdure (peperoni, carote, cetrioli, cipolline), che arrivano al 28%. Passando agli scaffali di Eurospin, Il Salvagente analizza l’Insalata Imperiale, un prodotto che sorprende per la sua lunghissima lista di ingredienti e una sfilza di additivi: “Stabilizzanti: sorbitolo (E420), difosfati (E450), trifosfati (E451), polifosfati (E452); Addensanti: carragenina (E407); Esaltatori di sapidità: glutammato monosodico (E621), guanilato disodico (E627), inosinato disodico (E631); Conservanti: acido lattico (E270), sorbato di potassio (E202), metabisolfito di sodio (E223)”. Tra gli altri ingredienti troviamo amido di frumento, zucchero, amidi modificati di tapioca e mais, proteine della soia, albume d’uovo, olio di colza, aromi e coloranti. In tutto, si arriva a circa 45 ingredienti per un prodotto che, all’apparenza, sembrerebbe solo una semplice insalata di crostacei.

Cos’è davvero il surimi?

Gran parte dell’assetto nutrizionale è dovuto al surimi, ovvero quei bastoncini bianchi con la superficie arancione (o a forma di gambero) che spesso troviamo in queste insalate. Non si tratta di veri crostacei, ma di scarti di merluzzo (residui delle carcasse) impastati con amido, modellati in forme diverse, e arricchiti con stabilizzanti per mantenere la struttura e trattenere l’acqua. Per simulare l’aspetto e il sapore dei crostacei, si utilizzano coloranti come paprika (E160c), curcuma, e in alcuni casi anche cocciniglia. A questi si aggiungono aromi ed estratti di gambero o granchio, e gli immancabili esaltatori di sapidità per compensare la perdita di gusto dovuta ai processi industriali. Infine, con le “insalate di mare” occhio agli allergeni: uovo, soia, frumento, anidride solforosa, e spesso anche tracce di latte, sedano o senape. Un’ultima nota riguarda il biossido di titanio (E171), un colorante che è stato vietato nel 2022 ma che in alcuni casi è ancora stato rilevato nelle etichette, con segnalazioni inviate ai NAS.

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