
Una notizia improvvisa ha scosso il panorama politico russo, lasciando spazio a sgomento, ipotesi e silenzi istituzionali. La rimozione di un membro del governo e la sua morte avvenuta poco dopo hanno aperto una spirale di interrogativi che non riguardano soltanto l’apparato statale, ma anche le dinamiche interne del potere. L’evento, ancora tutto da chiarire nei dettagli, ha subito assunto contorni drammatici e simbolici, suscitando attenzione da parte dei media di tutto il mondo.
Nel giro di poche ore, un alto esponente del governo russo è passato dall’essere sollevato dal proprio incarico a diventare protagonista di un episodio tragico. Le tempistiche, la modalità della morte e il profilo politico della figura coinvolta rendono questa vicenda densa di implicazioni. In un sistema dove le cariche ministeriali raramente cambiano senza ragione, l’accaduto è stato letto da molti osservatori come un segnale d’instabilità o come l’emersione di tensioni finora rimaste sotto traccia.
Morte sospetta

Il protagonista della vicenda è Roman Starovoit, ministro dei Trasporti, che è stato rimosso dall’incarico dal presidente Vladimir Putin il 7 luglio 2025, dopo circa quattordici mesi alla guida del dicastero. Subito dopo la comunicazione ufficiale del Cremlino, l’ex ministro è stato trovato senza vita nella sua abitazione a Odintsovo, nella regione di Mosca. Secondo quanto riferito dai media russi, tra cui Izvestia, e da agenzie internazionali come Reuters, si tratterebbe di un suicidio con un colpo d’arma da fuoco.
Le circostanze della morte sono ancora oggetto di verifica da parte delle autorità locali. Al momento non ci sono comunicati ufficiali che confermino la dinamica dei fatti, ma la notizia si è rapidamente diffusa anche attraverso i principali canali d’informazione internazionali. Alcune fonti parlano di una “morte sospetta”, mentre altri riportano l’ipotesi del gesto estremo compiuto dopo la rimozione dalla carica.

Un passato sotto indagine
Roman Starovoit, nato il 20 gennaio 1972, era stato nominato ministro dei Trasporti nel maggio 2024, dopo aver ricoperto per anni incarichi di rilievo, tra cui quello di governatore della regione di Kursk. Proprio durante quel mandato, secondo quanto riportato da alcuni media, sarebbe stato oggetto di un’indagine per frode su larga scala, un dettaglio che potrebbe essere collegato alla sua improvvisa esclusione dal governo.
L’episodio ha sollevato un’ondata di reazioni, anche per la tempistica ravvicinata tra la rimozione e la scoperta del corpo. In un sistema politico fortemente centralizzato come quello russo, eventi del genere sono rari e contribuiscono ad alimentare letture complesse, che intrecciano aspetti giudiziari, lotte di potere e fragilità personali. Resta ora da capire quali effetti politici potrà avere questa tragedia e se emergeranno nuove informazioni che aiutino a fare luce sull’accaduto.

Era già morto?
Stando a quanto riportano Forbes, RBK e Gazeta, e come rilanciato anche da alcuni utenti su X, il corpo del ministro dei Trasporti russo era stato rinvenuto privo di vita già il 5 luglio. “Quindi Putin avrebbe licenziato un fantasma”, ironizzano su X. Sempre come riportano sui social, inoltre, al riconoscimento del corpo era presente la sua assistente e presunta amante, non sua moglie. Il ministro si sarebbe sparato nei campi dopo aver parcheggiato la sua Tesla, ma il giallo si infittisce.