
La scadenza era fissata al 9 luglio, ma sarà prorogata. Il presidente Donald Trump firmerà a breve un ordine esecutivo per posticipare l’introduzione dei nuovi dazi doganali al 1° agosto, rinviando così – almeno temporaneamente – lo scontro commerciale con decine di Paesi, dall’Unione Europea al Giappone. La notizia è stata diffusa dalla portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, secondo cui il presidente informerà nel corso del mese i vari leader stranieri in merito al livello delle tariffe reciproche che Washington intende applicare.
Una decisione che, secondo fonti interne, è motivata dal desiderio di concedere più tempo alla diplomazia commerciale per evitare un’escalation. Un’escalation che, al momento, resta comunque sul tavolo, considerato che non è stato ancora raggiunto alcun accordo.

Lo confermano anche le notizie che trapelano da Bruxelles, dove si è conclusa una riunione del Coreper II, il comitato dei rappresentanti permanenti dei 27 Stati membri dell’UE. Durante l’incontro, il commissario europeo Maros Sefcovic ha riferito ai colleghi sugli incontri a Washington e sugli ultimi contatti avuti nel weekend con i negoziatori statunitensi. Ma la sintesi è chiara: nessuna intesa all’orizzonte, anche se i colloqui continueranno nei prossimi giorni. È già stato convocato un nuovo Coreper per mercoledì, segnale che l’Unione non intende abbassare la guardia.
I nuovi dazi minacciati da Trump rappresenterebbero una svolta protezionista su larga scala, e vanno letti anche alla luce della campagna elettorale americana: una mossa che parla a un elettorato sensibile alla tutela dell’industria nazionale, ma che potrebbe scatenare contro-sanzioni e ritorsioni da parte dei partner storici degli Stati Uniti. L’Europa, in particolare, si prepara da settimane allo scenario peggiore.

Il rinvio al 1° agosto offre quindi una finestra di dialogo che tutti, dalla Commissione UE ai leader asiatici, sperano di sfruttare per trovare una via diplomatica alla crisi commerciale imminente. Ma la minaccia resta concreta.