
NEW YORK – Non si è accontentato di conquistare lo spazio, dominare l’intelligenza artificiale e riscrivere le regole della finanza globale. Elon Musk ora vuole anche trasformare la politica americana. Con un colpo di teatro che ha fatto tremare Washington, il miliardario ha fondato l’America Party, una creatura a metà tra impresa e movimento, registrata alla Commissione elettorale federale poche ore dopo un sondaggio su X in cui il 65% degli utenti gli aveva chiesto di scendere in campo. Ma il suo ingresso ha scatenato una tempesta di reazioni furiose nel mondo conservatore.
Trump non aspetta: “È solo confusione”. Bannon attacca: “Non sei neanche americano”
A rompere il silenzio è stato Donald Trump, che ha liquidato il progetto in poche parole: “Lanciare un terzo partito è ridicolo, non ha mai funzionato. Crea solo confusione in un sistema che è fatto per funzionare con due poli”. Ma il vero affondo è arrivato da Steve Bannon, ideologo del trumpismo duro, che dal suo podcast ha lanciato un attacco personale e violento: “Musk è uno scemo, un buffone. Non è neanche americano, è sudafricano, dovrebbe essere espulso”.

La reazione di Musk: “Maiale, ciccione, ubriacone. Tu pagherai per tutto”
La replica di Musk è stata immediata e brutale, in perfetto stile social: “Ciccione, ubriacone, maiale. Stavolta andrai in galera e ci resterai a lungo. Devi pagare per una vita di crimini”. Il duello tra titani ha incendiato la rete. Su X si è scatenata una tempesta di commenti, mentre in Cina l’hashtag #AmericaParty è stato taggato oltre 40 milioni di volte. Ma negli ambienti istituzionali americani c’è chi non ride affatto.
Il governo: “Pensi alle sue aziende”. Intanto prepara le mosse per il 2026
Un portavoce del Dipartimento del Tesoro, Scott Bessent, ha avvertito: “I consigli di amministrazione delle sue società non sono contenti. Vogliono che Musk torni a guidarle, invece di perder tempo in politica”. La Casa Bianca sta valutando la possibilità di colpire economicamente le attività di Musk, temendo un conflitto d’interessi tra la sua influenza industriale e l’uso politico delle sue piattaforme.

Primarie su X, candidati scelti online. E la mossa alla Epaminonda
Ma Musk non sembra intenzionato a fermarsi. Il piano è chiaro: usare X come piattaforma per selezionare candidati, sul modello delle Cinque Stelle ma con numeri molto più grandi. E finanziare tutto con il suo patrimonio, oggi stimato in 405 miliardi di dollari. Ha annunciato una strategia “laser”, scegliendo pochi distretti chiave dove i repubblicani rischiano di perdere, per “spezzare il sistema” con un colpo secco. “Come fece Epaminonda a Leuttra contro Sparta”, ha spiegato Musk. Il vero obiettivo sono le elezioni di midterm del 2026.
Sanders ironizza, Cuban lo consiglia. Ma Musk vuole solo vincere
“È solo un’idea da miliardari”, ha commentato Bernie Sanders, liquidando l’America Party come un capriccio di lusso. Più costruttivo Mark Cuban, che ha invitato Musk a rivolgersi a una non-profit per ottenere supporto legale e logistico nelle elezioni. Ma Musk non cerca consigli, cerca vittorie. Il suo programma, costruito da un algoritmo di intelligenza artificiale, stima che potrebbe sottrarre dal 5 al 10% dei voti al fronte repubblicano.
Non si propone come alternativa al trumpismo, ma come mutazione genetica: più hi-tech, più narcisista, più ricca. Il messaggio è chiaro: non è più tempo di partiti, è tempo di piattaforme. E Musk vuole essere l’algoritmo che governa il futuro.