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“Arsa viva, omicidio orribile”. Palmina Martinelli, dopo 44 anni la verità sulla sua morte

Pubblicato: 08/07/2025 19:15

Dopo 44 anni, la verità sulla morte di Palmina Martinelli: non si è suicidata, ma è stata uccisa e bruciata viva, probabilmente per aver rifiutato un giro di prostituzione minorile. La 14enne, trovata in fiamme l’11 novembre 1981 e morta 22 giorni dopo al Policlinico di Bari, è ora riconosciuta come vittima di omicidio, secondo il Gip di Bari Giuseppe Battista. Tuttavia, l’unico indagato, il cognato C.C., ha avuto la posizione archiviata, lasciando irrisolto il mistero dell’autore del delitto.

Palmina fu rinvenuta nella doccia di casa, avvolta dalle fiamme. Durante i 22 giorni di agonia, i medici tentarono di salvarla, ma le ustioni erano troppo gravi. All’epoca furono sospettati Enrico Bernardini e Giovanni Costantini, su cui però la Cassazione concluse definitivamente che si era trattato di suicidio.

Il nuovo provvedimento del giudice Battista, però, dichiara che va escluso “al di là di ogni ragionevole dubbio” che Palmina si sia tolta la vita. Secondo lui, l’incendio fu causato da terzi, con chiara intenzione omicida.

L’ipotesi evocata nel decreto è che la ragazza fosse vittima di un giro di prostituzione minorile. Si sospetta che il cognato potesse avere un ruolo, ma non ci sono prove sufficienti per sostenere un processo contro di lui.

Il giudice rileva che, nonostante le osservazioni logiche e ragionevoli dei consulenti nominati dalla sorella Giacomina Martinelli, non siano emersi elementi probatori utili per procedere penalmente contro il familiare.

La svolta è arrivata grazie alla consulenza tecnica di Vittorio Delfino Pesce e Tommaso Fiore, nominati da Giacomina. I periti hanno constatato che Palmina si era coperta il volto con le mani prima della fiammata, segno che dietro ci fu un’aggressione esterna.

Il Gip battista afferma: «La corrispondenza delle ustioni sul viso e sulle mani indica chiaramente che l’incendio fu provocato da altri». E aggiunge che la dinamica delle lesioni non è compatibile con un’azione suicida.

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