
Garlasco, piccolo centro immerso nella quiete della Lomellina, vive ancora oggi nell’ombra di un evento tragico: il 13 agosto 2007, Chiara Poggi fu trovata senza vita nella sua abitazione di via Pascoli. Da quel giorno, la cittadina è diventata simbolo di uno dei casi giudiziari più discussi d’Italia, ma anche teatro di una serie di eventi oscuri che continuano a suscitare domande e angoscia.
Non si tratta solo del clamore mediatico legato all’omicidio di Chiara. Negli anni successivi, Garlasco è stata attraversata da una sequenza di morti improvvise e sospette, tanto da alimentare l’idea di una vera e propria scia di dolore che non si è mai interrotta. Le testimonianze raccolte dalla trasmissione Filorosso su Rai3 il 16 giugno lo confermano: “Più di dieci suicidi, e tutti si conoscevano”, rivela un testimone anonimo. Un dato inquietante per una comunità di cinquemila abitanti, dove ogni evento lascia traccia profonda.
Sottotitolo: Un paese segnato dal silenzio e dal sospetto
Secondo quanto raccontato nel servizio, “Dopo la morte di Chiara – si spiega – se ne contano quasi uno all’anno”. La maggior parte di questi episodi è stata archiviata come caso isolato, ma col passare del tempo cresce la percezione che possano essere legati da qualcosa di più profondo, difficile da spiegare. Il clima di inquietudine continua ad aleggiare su Garlasco, alimentato da storie mai del tutto chiarite.
“Perché le hanno tagliato le palpebre”. Garlasco, orrore sul corpo di Chiara Poggi

Sottotitolo: Le parole dell’ex comandante dei carabinieri e i casi che fanno discutere
Tra le morti più discusse, spicca il suicidio di un giovane nel 2016, amico d’infanzia di Andrea Sempio, oggi indagato nel nuovo filone dell’inchiesta sulla morte di Chiara. Il ragazzo, poco dopo la condanna definitiva di Alberto Stasi, aveva lasciato sui social un messaggio enigmatico: “La verità sta nelle cose che nessuno sa”. Un pensiero che oggi appare come un enigma irrisolto, simbolo di un mistero che non smette di far discutere.
Ma non è stato un caso isolato: altri giovani, nel giro di pochi anni, si sono tolti la vita, senza lasciare spiegazioni comprensibili. Questi eventi hanno contribuito a creare un clima pesante, che ancora oggi grava sulla comunità.

Sottotitolo: Il suicidio anomalo che lascia dubbi
Il caso che però ha sollevato più dubbi riguarda un meccanico trovato senza vita in circostanze che hanno lasciato la comunità senza risposte. L’uomo fu trovato con polsi e gola tagliati, ma senza alcuna lama nei dintorni. “Quella è la morte che ha lasciato più dubbi”, sottolinea Filorosso, mostrando il luogo del ritrovamento. Sulla vicenda interviene anche Francesco Marchetto, all’epoca comandante dei carabinieri di Garlasco, che definisce l’episodio “un suicidio anomalo”. E aggiunge: “Tagliarsi i polsi e la gola in contemporanea – dice Marchetto – sfido chiunque a dire che non lo sia”.


Sottotitolo: Una ferita ancora aperta per Garlasco
In un paese dove tutti si conoscono e ogni segreto fa rumore, questi eventi hanno lasciato una ferita profonda e difficile da rimarginare. La morte di Chiara Poggi ha sconvolto la sua famiglia, cambiato per sempre la vita di Alberto Stasi e forse innescato una catena di silenzi, paure e traumi mai elaborati. Garlasco non dimentica, ma forse ha scelto per troppo tempo di tacere.
Oggi, con il ritorno mediatico del caso e nuove piste investigative, anche i dolori sommersi chiedono di essere ascoltati. Forse non basteranno nuove indagini per sanare la frattura, ma una cosa è certa: ormai il silenzio non è più un rifugio. E Garlasco continua a cercare risposte.