
È stata una missione diplomatica finita in un clamoroso incidente internazionale quella che avrebbe dovuto vedere il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in visita in Libia, insieme ai suoi omologhi Byron Camilleri (Malta) e Thanos Plevris (Grecia), e al commissario europeo Mark Brunner. I quattro sono stati fermati all’aeroporto di Bengasi e costretti a lasciare il Paese su ordine del governo di Osama Hamad, l’esecutivo della Cirenaica fedele al generale Haftar ma non riconosciuto dalla comunità internazionale.
Dichiarati “indesiderabili” e accusati di “ingresso illegale”, i rappresentanti europei sono stati respinti con una nota dai toni durissimi, diffusa proprio dal governo della Cirenaica, in cui si denuncia la violazione di norme diplomatiche e convenzioni internazionali, oltre alla presunta mancata osservanza delle procedure previste per l’ingresso dei diplomatici stranieri.

Bloccati prima dell’incontro con Haftar
Secondo il programma, i quattro avrebbero dovuto incontrare sia Imad Trabelsi, ministro degli Interni del governo di Tripoli, che il corrispettivo della parte orientale del Paese. Mentre il primo incontro si è svolto senza intoppi, a Bengasi la delegazione è stata fermata in aeroporto prima di ogni colloquio ufficiale. L’obiettivo dichiarato della missione era sollecitare un maggiore impegno libico nel bloccare le partenze di migranti verso l’Europa, in un quadro di cooperazione già controverso.
Secondo fonti del Viminale, quanto accaduto sarebbe frutto di “un’incomprensione protocollare” non gestita dalla rappresentanza italiana. Le stesse fonti precisano che la componente italiana non è mai stata direttamente in discussione, né sarebbero a rischio i rapporti bilaterali tra Roma e Bengasi. Cauto il commento del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha assicurato: “Ne parlerò con Piantedosi il prima possibile”.

Opposizioni all’attacco: “La legge del contrappasso”
Immediate e sarcastiche le reazioni delle opposizioni. Per Ivan Scalfarotto di Italia Viva, “al suo arrivo in Libia per poco non hanno arrestato Piantedosi”. Nicola Fratoianni ironizza: “Brutta cosa i respingimenti, signor ministro”. E Matteo Orfini (Pd) aggiunge: “Stavo pensando a un commento ironico, ma direi che va già bene così”.
Critiche più articolate arrivano da Matteo Renzi, che parla di “figuraccia globale” e denuncia una gestione imbarazzante della politica estera. Duro anche Angelo Bonelli (Verdi): “Per qualche ora Piantedosi ha provato cosa significa sentirsi dire ‘clandestino’”. Secondo Luca Casarini, leader della flotta civile, “i respingitori sono stati respinti”, accusando la missione europea di voler “comprare i servizi delle milizie per fermare i migranti”.
Il caso solleva interrogativi sull’efficacia e la legittimità delle politiche estere europee in materia di migrazione, e mette nuovamente in discussione le relazioni con attori non riconosciuti sul piano internazionale, come il governo della Cirenaica.