
Un altro tragico incidente sul lavoro scuote il Lazio. A perdere la vita, nella giornata di ieri, è stato un operaio di 66 anni, precipitato da circa cinque metri di altezza mentre stava eseguendo lavori di tinteggiatura su un palazzo in via Filippo Turati, a Colleferro, in provincia di Roma. La dinamica dell’accaduto è al vaglio delle autorità, ma le prime ricostruzioni parlano di un guasto improvviso all’attrezzatura impiegata per l’intervento. Il collega che si trovava con lui nella stessa piattaforma è rimasto illeso, ma sotto shock.
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Rottura improvvisa del braccio elevatore
Il dramma si è consumato in pochi secondi. I due operai, entrambi impegnati in un intervento esterno di manutenzione edilizia, si trovavano all’interno di una piattaforma aerea mobile, sollevata a un’altezza di circa cinque metri. Stando alle prime informazioni raccolte sul posto, il braccio elevatore del mezzo avrebbe ceduto improvvisamente, facendo inclinare e poi ribaltare il cestello.
I due lavoratori sarebbero stati sbalzati all’esterno senza possibilità di reazione. Il 66enne di Segni, purtroppo, è caduto rovinosamente sull’asfalto, riportando traumi fatali. È deceduto sul colpo, mentre il collega è rimasto miracolosamente illeso. Nonostante l’immediato arrivo dei soccorsi, per l’uomo non c’è stato nulla da fare.

Intervento delle autorità sanitarie e giudiziarie
Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Colleferro, insieme al personale dello Spresal (Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) dell’Asl Roma 5, incaricati degli accertamenti tecnici e delle verifiche in materia di sicurezza. Il mezzo coinvolto nell’incidente è stato sequestrato per consentire gli approfondimenti necessari a stabilire eventuali responsabilità.
La salma dell’operaio è stata trasferita presso l’Istituto di medicina legale del Policlinico Tor Vergata, dove sarà eseguita l’autopsia disposta dalla Procura. I risultati degli esami autoptici, insieme ai rilievi tecnici sul mezzo, saranno determinanti per ricostruire con esattezza le cause dell’incidente.
Una tragedia che riaccende i riflettori sulla sicurezza
Il dramma di Colleferro si inserisce purtroppo in un quadro nazionale allarmante: gli incidenti mortali sul lavoro continuano a rappresentare una piaga ancora lontana dalla risoluzione. Anche in questo caso, sarà fondamentale capire se il mezzo utilizzato fosse conforme alle norme, se fossero stati effettuati i controlli di sicurezza e se i lavoratori fossero adeguatamente formati e protetti.
L’età della vittima – 66 anni – pone inoltre interrogativi sulla gestione dell’impiego dei lavoratori anziani in mansioni ad alto rischio, specie se in contesti esposti come le piattaforme aeree. La dinamica dell’incidente, legata alla possibile mancanza di stabilità strutturale del braccio elevatore, solleva interrogativi anche sullo stato di manutenzione del mezzo impiegato.

Il silenzio del cantiere e l’attesa di risposte
Dopo l’incidente, l’area è stata messa in sicurezza e le attività di cantiere interrotte. I colleghi della vittima e i residenti della zona, ancora scossi, hanno assistito impotenti alla tragedia. In molti si interrogano su come un simile guasto meccanico possa aver avuto conseguenze così drammatiche, e su quali siano state le condizioni operative dei lavoratori al momento del fatto.
Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura, cercheranno di accertare eventuali responsabilità penali o amministrative. L’attenzione è puntata sulle ditte coinvolte, sia per quanto riguarda la fornitura del mezzo, sia per la gestione del personale in quota.
Un altro nome nell’elenco delle vittime del lavoro
Il nome del 66enne di Segni si aggiunge tristemente alla lunga lista di vittime sul posto di lavoro. Ogni anno, centinaia di persone perdono la vita in incidenti evitabili, che troppo spesso derivano da carenze nella sicurezza, da superficialità nei controlli, o da un sistema produttivo che continua a trascurare la tutela della vita umana.
Quanto accaduto a Colleferro richiama ancora una volta la necessità di un cambio di paradigma: dalla logica dell’urgenza e del risparmio, a quella della prevenzione e formazione. Un impegno che riguarda imprese, istituzioni e lavoratori, affinché tragedie come questa non diventino una consuetudine silenziosa.
Le prossime settimane saranno decisive per capire le responsabilità reali dietro questo ennesimo incidente. Intanto, una famiglia piange un uomo morto mentre svolgeva il proprio lavoro. Un’altra vittima della fragilità del sistema sicurezza.