
Il sole picchia forte nel primo pomeriggio d’estate. L’asfalto ribolle sotto i passi incerti di chi attraversa strade sterrate, lontano dai centri abitati, là dove la campagna si fa fitta e il rumore delle cicale copre ogni pensiero. Le voci della festa, i microfoni in piscina, la musica dai villaggi turistici sembrano lontane anni luce da quella figura solitaria che si allontana senza guardarsi indietro. Non corre, ma nemmeno indugia. Cammina con una determinazione sussurrata, come chi ha deciso qualcosa e ora la porta a compimento nel silenzio più assoluto.
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Non c’è nessuno intorno. Solo una strada parallela alla statale, un vecchio lido abbandonato dell’aeronautica militare, e quella linea d’ombra che avanza piano mentre il sole scende. Il caldo è umido, greve, e il vento non soffia più da ore. Lei porta un paio di ciabatte ai piedi, pantaloni scuri, una maglietta bianca e uno zainetto celeste. Ha la testa inclinata di lato, forse parla al telefono. Poi, senza preavviso, accelera il passo. Non corre. Ma va. Come chi sa dove andare, o almeno finge di saperlo.
Una scomparsa nel cuore della Puglia
Solo più tardi si saprà che quella giovane donna è Mariia Buhaiova, diciotto anni, studentessa ucraina originaria di Kiev, in Italia per un tirocinio turistico. Si è allontanata dal Meditur Village, una struttura situata nel territorio di Carovigno, in provincia di Brindisi, dove lavorava come cameriera. Le immagini che la ritraggono mentre si allontana sono le ultime a disposizione degli inquirenti. Da quel momento, Mariia è scomparsa nel nulla.
La ragazza si trovava in Puglia per uno stage organizzato da Agorà Academy, una società di formazione con sede a Bratislava, rivolta a studenti dell’Est Europa. Era arrivata il 14 giugno con altri dieci ragazzi, tutti giovanissimi, per un progetto che prevedeva vitto, alloggio e una retribuzione mensile di 800 euro. Ma qualcosa è andato storto. E forse è proprio quel qualcosa ad averla spinta lontano, lungo una strada di servizio, nel cuore di un pomeriggio torrido.

Le ricerche senza sosta
L’allarme è scattato subito. I carabinieri di Carovigno, guidati dal tenente colonnello Marco Ancora, si sono attivati in sinergia con vigili del fuoco, protezione civile e unità cinofile. Le ricerche hanno coinvolto elicotteri, droni, e squadre a piedi, impegnate lungo la linea ferroviaria, nei canneteti, nelle masserie abbandonate e nei sentieri della macchia mediterranea. Anche il consorzio che gestisce il villaggio ha messo a disposizione gommoni per le perlustrazioni in mare e i filmati delle telecamere dislocate nella zona.
Fino ad ora, però, nessuna traccia. Nessun segnale. Mariia non ha con sé il passaporto, rimasto nella stanza con 150 euro in contanti. Prima di scomparire, ha effettuato un bonifico da 750 euro al fratello quindicenne in Ucraina. Gesti che hanno fatto pensare a un possibile addio pianificato. Ma nessuno, nemmeno la compagna di stanza Valeria, riesce a spiegare fino in fondo cosa sia passato nella testa della ragazza.

Le ipotesi e i silenzi
Tra le ipotesi al vaglio degli investigatori c’è quella di un allontanamento volontario, forse in seguito a una delusione lavorativa: Mariia, insieme ad altri stagisti, sarebbe stata informata della fine anticipata del tirocinio. Un colpo duro, soprattutto per una ragazza chiusa, che secondo i compagni faticava a tenere il ritmo e che non si confidava facilmente.
«Credo avesse problemi familiari», racconta Valeria. «Parlava poco. Ma non mi ha detto nulla prima di andare via». Gli inquirenti hanno parlato in videochiamata con i genitori della ragazza, che ora stanno raggiungendo l’Italia. In un primo momento, sembravano convinti che si trattasse di una fuga momentanea, ma il tempo che passa senza notizie rende la situazione sempre più grave.
Un vuoto che resta
Nel frattempo, al villaggio le attività continuano. La piscina è piena, la sala va allestita per la cena. I colleghi di Mariia non si fermano, ma il suo nome si pronuncia a mezza voce. «Si impegnava tanto, ma sembrava triste», racconta un compagno. Gli ospiti del resort parlano di lei con discrezione, cercando di non disturbare l’equilibrio vacanziero. Ma tra gli stagisti ucraini, rimasti in pochi, la sua assenza pesa come un macigno.
Mariia non ha lasciato un biglietto, né un messaggio. Ha lasciato solo il suo zaino, una manciata di contanti e una serie di interrogativi sospesi. Nel caldo opprimente della campagna pugliese, continua la corsa contro il tempo per ritrovare una giovane che forse non voleva essere trovata. E che, forse, non voleva nemmeno partire.