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Garlasco, nuove ombre sul caso Chiara Poggi: la telefonata che riaccende i dubbi

Pubblicato: 08/07/2025 13:10

Il caso Garlasco continua a scuotere l’opinione pubblica, a quasi vent’anni dalla tragica morte di Chiara Poggi. Nonostante la condanna definitiva di Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima, la vicenda rimane avvolta da misteri irrisolti, testimonianze controverse e colpi di scena che tengono alta l’attenzione mediatica e giudiziaria.

Negli ultimi tempi, vecchi e nuovi protagonisti tornano sotto i riflettori, alimentando il dibattito e i dubbi. L’intreccio di prove contestate, indagini riaperte e figure chiave non smette di suscitare domande nella coscienza collettiva.

Sotto la lente i testimoni chiave

Uno dei nomi più discussi è quello di Andrea Sempio, recentemente indagato dalla Procura di Pavia. Ma nelle ultime ore è riemersa anche la figura di Marco Muschitta, operaio che all’epoca, poco più che ventenne, aveva fornito una dichiarazione spontanea potenzialmente decisiva: Muschitta raccontò di aver visto una ragazza bionda in bicicletta allontanarsi da via Pascoli, proprio la mattina dell’omicidio, con in mano un oggetto simile a un alare da camino.

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La telefonata che cambia prospettiva

Quella di Muschitta fu una testimonianza clamorosa, presto però messa in dubbio. Lo stesso testimone ritrattò, passando da possibile chiave dell’inchiesta a persona ritenuta inattendibile. Perché questo passo indietro? Una parziale risposta arriva da una telefonata trasmessa nell’ultima puntata di “Quarta Repubblica” su Rete4.

Durante il talk condotto da Nicola Porro è stato mandato in onda un audio di un colloquio tra Muschitta e la sua datrice di lavoro. Nella conversazione emergono paure e tensioni legate alle possibili conseguenze legali delle sue dichiarazioni, mostrando quanto possa essere fragile la posizione di chi si ritrova al centro di un caso tanto complesso.

Il dialogo rivelatore

Nella telefonata, Muschitta esprime ansia e incertezza, temendo di essersi cacciato in un guaio più grande di lui. La datrice di lavoro, però, cerca di rassicurarlo: “Tu hai solo detto quello che hai visto, non hai fatto niente di male”. Il dialogo mette in luce quanto sia difficile per un testimone sostenere il peso mediatico e giudiziario di una vicenda così delicata.

Questa la sequenza:
Muschitta: “Ciao Ludovica dimmi”
Ludovica: “Senti una cosa, ho parlato con * mi ha detto di fare quello che abbiamo concordato, tu non parli se non c’è lui, che è un tuo diritto di parlare con l’assistenza di qualcuno”. Si riferisce ad un avvocato evidentemente.
Muschitta: “Va bene, allora me lo segno”
Ludovica: “Siccome io gli ho spiegato tutto, se venissero…. tu chiami questo numero. Tutto tranquillo?”.
Muschitta: “Si, si, insomma, ho un po’ di angoscia ancora”.
Ludovica: “Ma no, ma no, ma no. Fattela passare, adesso oltretutto stai tranquillo, mi ha detto che di problemi non ce ne sono assolutamente, sono tutte storie quelle che ti hanno raccontato”.

Le reazioni e i dubbi che restano

“Per fortuna che è una rappresentazione teatrale, sapendo che Muschitta è inattendibile – il commento dell’avvocato De Rensis, che assiste Stasi – Qui, mentre recitano, lei dice a lui che tutte le cose che gli hanno detto poi non gli succederanno. Allora vorrei capire a questa signora chi gli ha detto cosa, chi è questo che non nominano. Per fortuna mi tranquillizzo sapendo che, essendo inattendibile, queste conversazioni sono artificiali”.

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