Carlo Ancelotti, attuale commissario tecnico del Brasile, è stato condannato a un anno di carcere per frode fiscale in Spagna. I fatti risalgono al 2014, quando l’allenatore sedeva sulla panchina del Real Madrid.
La sentenza è arrivata dalla Sezione 30 del Tribunale provinciale di Madrid, che ha riconosciuto l’ex tecnico del Milan colpevole di aver evaso circa 400 mila euro relativi ai diritti d’immagine non dichiarati correttamente. Il procedimento non comporta alcun obbligo di detenzione, poiché Ancelotti non ha precedenti penali.
Risarcito il danno, evitati i 4 anni richiesti inizialmente
L’inchiesta della Procura di Madrid riguardava due anni fiscali: 2014 e 2015, con un’evasione contestata complessiva da oltre 1 milione di euro. Per il secondo anno Ancelotti è stato assolto, mentre per il 2014 è scattata la condanna e una multa aggiuntiva da 386.000 euro.
La richiesta iniziale della Procura era di quattro anni di carcere, poi ridotti grazie alle attenuanti riconosciute dai giudici: tra queste, il risarcimento integrale del danno già versato nel dicembre 2021 e l’assenza di condotte ostili durante il processo.
“Mai avuto l’intenzione di frodare il fisco”
Durante le udienze, che si sono svolte lo scorso aprile, Ancelotti ha dichiarato di aver sempre agito seguendo le indicazioni fornite da consulenti fiscali e club, sostenendo di non aver mai avuto l’intenzione di ingannare l’erario spagnolo.
La difesa ha puntato tutto sulla buona fede e sul comportamento collaborativo tenuto dall’allenatore, che nel frattempo ha versato oltre 1,5 milioni di euro per regolarizzare la propria posizione. Per Ancelotti si chiude così una vicenda giudiziaria lunga e delicata, che però non avrà ripercussioni sulla sua carriera con la Seleção, che guiderà nella corsa verso i prossimi Mondiali.