
È un Pier Silvio Berlusconi emozionato, provato nel fisico ma lucido nelle idee, quello che ha aperto la presentazione ufficiale dei palinsesti Mediaset 2025/2026. «Ho perso nove chili», ha spiegato, «dopo una caduta ho dovuto smettere di allenarmi e ho iniziato a mangiare meno. Anche il professor Zangrillo mi ha detto che così sono dimagrito troppo». Ma è parlando del padre Silvio Berlusconi che si lascia travolgere dall’emozione: «Lo apprezzo più adesso di prima. Oggi avrebbe fatto di tutto per fermare le due follie: la guerra in Ucraina e quella in Medio Oriente. Non si sarebbe fermato davanti a nulla».
“Nessun gruppo in Europa come Mediaset”. I numeri raccontano una crescita importante per il Biscione: «Mediaset ha raggiunto il 37,3% di share nelle 24 ore, il gruppo leader in Europa. Il secondo, il francese Tf1, è staccato di 10 punti. Con oltre 12mila ore di prodotto originale siamo primi anche in termini di produzione. I ricavi sfiorano i 3 miliardi, con una crescita del 5% rispetto al 2022». Ora l’obiettivo è l’espansione europea, soprattutto nel mercato tedesco, dove il progetto è già in cantiere.
Sul piano politico, Pier Silvio si sbilancia con un giudizio chiaro su Giorgia Meloni: «Al di là degli schieramenti, credo sia tra i migliori capi di governo in Europa. Agisce con concretezza e consapevolezza. Sta facendo il massimo per l’interesse nazionale. E spero che questo valga anche nei rapporti con Donald Trump». Parole di stima, a cui fa seguire una stoccata al leader del suo partito, Antonio Tajani: «Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo, ma si può fare di più. Servono nuovi leader, visione, coraggio. Ho dei nomi in mente, ma non li dico».

Uno dei temi caldi è lo Ius scholae: «Non è vero che Tajani ha seguito indicazioni di Marina Berlusconi. Personalmente sono più contro che a favore. Non è tra le priorità del Paese. So che sto dando un colpetto a Tajani, ma lo faccio in piena sincerità». E sulla possibilità di un futuro in politica: «Non ho progetti. Ma se un giorno, magari tra qualche anno, dovessi decidere di farlo, guarderei alla politica nazionale. Mio padre si candidò a 58 anni, io ne ho 56…».
Nel frattempo, la passione resta la televisione. E soprattutto il contatto con la gente: «Mi piace lo scambio, quando mi fermano per strada o sul traghetto alle Cinque Terre. Mi chiedono cose, mi abbracciano. Mi viene da pensare: cosa posso fare io per loro? È un impulso che associo alla politica, ma so che la politica è molto di più».

Non manca il lato più personale: «L’unica cosa del patrimonio a cui tenevo era il motoscafo Riva Aquarama del 1969, l’anno della mia nascita. Papà mi ci portava sempre. Ai miei fratelli ho dato un euro simbolico in cambio dei documenti. Era un pezzo della mia vita, legato ai miei ricordi. Ci tenevo più di ogni altra cosa».
Pier Silvio racconta anche l’armonia familiare: «Non mi sono occupato del testamento, non ci sono mai stati contrasti tra noi fratelli. Ognuno ha fatto la sua parte, con rispetto e affetto». E in chiusura, uno sguardo lucido al futuro: «Mediaset cambierà ancora, continueremo a crescere. Ma non dimenticherò mai da dove vengo, e chi mi ha insegnato a stare nel mondo con responsabilità, valori e cuore».