
Un gesto che sorprende e al tempo stesso conferma una coerenza rara: Carola Rackete si dimette dal suo seggio al Parlamento europeo, rinunciando all’incarico che aveva assunto appena un mese fa per Die Linke, la sinistra radicale tedesca. La notizia è stata ufficializzata dal gruppo The Left, che ha voluto salutarla con parole di stima: “Un’ecologista, un’attivista per il clima, una figura ammirata dalla sinistra europea”.
“Come persona attiva nei movimenti sociali – ha dichiarato Rackete – ho riflettuto insieme al mio team su come dare forma collettiva al mandato. Ora questa visione si concretizza con le mie dimissioni”. Un passo indietro per dare voce ad altri, ha spiegato, mantenendo fede a uno dei suoi principi guida: la politica come strumento condiviso, non come carriera individuale.
Rackete, 36 anni, divenne simbolo della lotta per i diritti dei migranti quando nel 2019, da comandante della nave Sea Watch, forzò il blocco dei porti italiani per salvare vite in mare, entrando in rotta di collisione con l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il suo impegno si è poi spostato sul fronte ambientale, portando la sua battaglia contro l’inazione climatica tra i banchi di Bruxelles, dove ha lavorato nelle commissioni Envi, Econ e Agri.
“Siamo orgogliosi di Carola – ha affermato Martin Schirdewan, co-presidente di The Left –. È un’eroina per molte persone in tutta Europa. Ha vissuto in prima persona le conseguenze mortali delle politiche migratorie dell’Ue, e ha portato quella consapevolezza nelle istituzioni. Continueremo la sua lotta”.
Il gruppo ha assicurato che con il successore di Rackete proseguirà l’impegno per l’azione per il clima, i diritti dei lavoratori e l’antifascismo. Ma l’uscita della giovane attivista dal Parlamento europeo, più che un addio, sembra un passaggio di testimone, in pieno spirito collettivo e militante.