
Carola Rackete ha annunciato le proprie dimissioni dal Parlamento Europeo, ponendo fine al suo mandato da eurodeputata di Die Linke. Una decisione meditata, maturata con il proprio team e inserita, come da lei dichiarato, in un processo di rinnovamento collettivo del partito tedesco. La notizia ha suscitato reazioni contrastanti tra i banchi dell’Eurocamera, riflettendo la frattura ideologica tra chi sostiene il suo impegno nei movimenti sociali e chi ne ha sempre contestato l’attivismo.
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Una scelta politica in linea con il percorso personale
In una nota rivolta alla sua comunità politica e ai sostenitori, Rackete ha spiegato le motivazioni della sua scelta: “La candidatura e il mio mandato hanno sempre mirato a contribuire al rinnovamento del partito Die Linke, un processo che sta procedendo con successo”. Fin dall’inizio, ha sottolineato, l’obiettivo era quello di dare forma a un lavoro collettivo, condiviso con i movimenti sociali e con il proprio staff.
“Come persona attiva nei movimenti sociali”, ha proseguito, “io e il mio team abbiamo discusso fin dall’inizio di come dare forma collettivamente al mandato e questo spirito collettivo si sta ora concretizzando attraverso le mie dimissioni”. Una presa di posizione coerente con il profilo politico di Rackete, divenuta nota a livello internazionale per le sue azioni di disobbedienza civile e solidarietà ai migranti, e che ora sembra orientata a tornare nelle piazze, luogo da cui era partita la sua militanza.

Il saluto affettuoso di Ilaria Salis
Tra i messaggi di saluto più sentiti figura quello di Ilaria Salis, compagna di gruppo nell’Europarlamento e simbolo di una battaglia per i diritti civili che ha attraversato confini e appartenenze. Pubblicando una foto insieme a Rackete, la neoeletta italiana ha scritto: “Grazie per l’affetto e la solidarietà, grazie per il tuo impegno, l’ispirazione e la coerenza. Ci vediamo nelle lotte”.
Un messaggio che evidenzia la vicinanza politica e personale tra le due figure, anche se le loro traiettorie nel breve termine sembrano differire: Salis, eletta con lo scopo dichiarato di godere dell’immunità parlamentare, appare per ora destinata a rimanere all’interno delle istituzioni europee, evitando rischi giudiziari che potrebbero compromettere il suo percorso.

Il commiato del gruppo The Left
Anche il gruppo parlamentare The Left ha salutato la partenza di Carola Rackete con parole cariche di riconoscenza: “Ci mancherà molto”, si legge nella nota ufficiale. Un addio che rappresenta più una trasformazione che una chiusura, nell’ottica di un attivismo politico che non si esaurisce nelle istituzioni ma trova nuova forza nel contatto diretto con la cittadinanza.
Il percorso della giovane ex capitana della Sea-Watch torna così a incrociare la militanza sociale, in continuità con una visione politica che ha sempre privilegiato l’azione dal basso e l’impegno diretto nelle vertenze ambientali, migratorie e sociali.
La reazione della destra: “Stop all’ideologia dei centri sociali”
Molto diverso il tono dei commenti arrivati da esponenti della destra europea, che hanno accolto le dimissioni con toni polemici e sarcastici. L’eurodeputata della Lega, Susanna Ceccardi, ha dichiarato: “Se la sua uscita di scena significa che rinuncia a usare le istituzioni europee per promuovere l’immigrazione fuori controllo, non possiamo che esserne sollevati”.
La stessa Ceccardi ha poi aggiunto un attacco diretto al passato di Rackete come attivista per i diritti dei migranti: “Se la capitana rasta pensa di approfittarne per riportare i migranti coi barconi in Italia a tempo pieno, si sbaglia di grosso. La Lega non lo permetterà”.
Anche Marco Squarta, rappresentante di Fratelli d’Italia, ha espresso soddisfazione per l’addio di Rackete, affermando che “oggi lascia il Parlamento Europeo dopo aver portato a Bruxelles l’ideologia dei centri sociali: confini aperti, accoglienza senza regole, l’Italia sempre da condannare e mai da difendere”.
Un addio simbolico, ma non una resa
La decisione di Carola Rackete appare dunque come un passaggio politico denso di significato. Non si tratta di un passo indietro, ma di un cambiamento di direzione che intende restituire centralità alle forme di attivismo non istituzionale. L’abbandono del seggio europeo coincide con la volontà di agire con maggiore libertà e coerenza, lontana dai vincoli della rappresentanza formale.
Per i suoi sostenitori, Rackete resta un simbolo di impegno radicale e di coerenza ideologica, capace di rinunciare al potere per tornare a confrontarsi direttamente con i cittadini. Per i suoi detrattori, invece, le dimissioni rappresentano la fine di un’esperienza politica considerata divisiva e ideologica.
Resta il fatto che il suo nome continuerà a far discutere, in Europa e non solo. Ma ora, come ha detto Ilaria Salis, “ci vediamo nelle lotte”.