Vai al contenuto

Garlasco, la mamma di Chiara Poggi: “Spariti due teli da mare, che fine hanno fatto?”

Pubblicato: 09/07/2025 10:24
Garlasco spariti teli mare

Un dettaglio apparentemente marginale, ma che potrebbe nascondere un significato cruciale nella complessa vicenda del delitto di Garlasco. A quasi un anno dall’assassinio di Chiara Poggi, un elemento viene formalmente verbalizzato dalla madre della giovane, Rita Preda, durante un interrogatorio reso al capitano dei carabinieri Gennaro Cassese il 21 giugno 2008. In un verbale lungo 33 pagine, firmato alle 14:30, la donna racconta la sparizione di due teli da bagno dalla villetta di via Pascoli. Un particolare che, se inserito nel quadro delle indagini, potrebbe offrire nuovi spunti su ciò che accadde davvero la mattina del 13 agosto 2007.
Leggi anche: Nuove rivelazioni sul caso Garlasco: il commento di Roberta Bruzzone

La testimonianza della madre: due teli mancanti dal cassetto

Secondo quanto dichiarato da Rita Preda, il 16 aprile 2008 — dieci giorni prima della data dell’interrogatorio — la famiglia Poggi era rientrata nell’abitazione di via Pascoli dopo un lungo periodo di sequestro giudiziario. Ed è in quell’occasione che la donna nota l’assenza di due specifici teli di spugna, conservati abitualmente nel terzo cassetto della cassettiera della figlia Chiara. Uno azzurro, ricamato a fiori, che la ragazza usava nei momenti di relax sulla sedia a sdraio in giardino, e uno verde acqua, anch’esso con ricami floreali. Entrambi avevano dimensioni di 90 cm per 150 cm.

Non si tratta di una dimenticanza. La signora Rita è sicura: prima della partenza per la vacanza in Trentino, datata 5 agosto 2007 — appena otto giorni prima del delitto —, quei teli erano al loro posto, ben piegati nel cassetto. Non solo: tutti gli altri teli della stessa cassettiera risultano intatti e al loro posto. Nessuno, né il marito né il figlio, avrebbe mai usato quei due asciugamani. E nessuno li avrebbe prelevati nei pochi accessi all’abitazione, ancora sottoposta a vincoli investigativi.

Un possibile uso da parte dell’assassino?

Che fine hanno fatto quei due teli? È una domanda che apre scenari inquietanti. L’ipotesi, accennata dalla stessa Rita Preda, è che possano essere stati utilizzati dall’assassino per cancellare le tracce di sangue lasciate sul corpo o nella zona dell’omicidio. Il corpo di Chiara Poggi venne infatti ritrovato disteso sulla scala che conduceva in cantina, con la testa appoggiata sul nono dei tredici gradini. L’idea che qualcuno abbia preso i teli per tamponare, asciugare o coprire fa emergere dubbi ancora più profondi.

Chi ha avuto accesso a quella cassettiera? Come poteva sapere dell’esistenza di quei teli, in una casa dove nulla veniva lasciato al caso? E, soprattutto, com’è possibile che l’assassino sia sceso e risalito quelle scale senza lasciare alcuna impronta riconducibile a una suola o a un particolare tipo di scarpa?

Una prova potenzialmente decisiva mai emersa

Un’altra possibilità, suggerita sempre nell’interrogatorio, è che sia stata Chiara stessa a lasciare i teli in vista, magari dopo averli utilizzati nei giorni precedenti l’omicidio. Se così fosse, l’assassino potrebbe averli notati sul momento e impiegati per ripulire il luogo del delitto, portandoli poi via con sé per cancellare una prova decisiva. Si tratterebbe dunque di elementi contaminati, forse intrisi di sangue, potenzialmente in grado di contenere tracce biologiche o DNA.

Ma quei teli non sono mai stati ritrovati, né citati pubblicamente fino a quell’interrogatorio. Un silenzio che pesa, tanto più in un caso giudiziario che ha attraversato processi, ricorsi e sentenze, ma che per molti resta ancora privo di certezze assolute.

Un’indagine segnata da zone d’ombra

Il fatto che un elemento del genere emerga a quasi un anno di distanza dall’omicidio, e solo attraverso la memoria della madre della vittima, alimenta il sospetto che molti dettagli fondamentali siano stati trascurati o sottovalutati durante le prime fasi investigative. Il mistero dei teli mancanti si aggiunge alla lunga lista di anomalie e incongruenze che hanno caratterizzato il caso Garlasco fin dall’inizio, rendendolo uno dei più discussi e controversi della cronaca giudiziaria italiana.

Chiara Poggi, ritrovata senza vita nella propria abitazione, continua a essere il centro di un enigma che, nonostante il tempo trascorso, appare ancora irrisolto. Ogni elemento che riaffiora, ogni particolare tralasciato, ogni dichiarazione dimenticata riporta alla luce la complessità di un’indagine che, ancora oggi, lascia aperti molti interrogativi. E che, forse, potrebbe trovare nuove risposte proprio a partire da ciò che in passato è stato ritenuto secondario o insignificante.

Nel caso di Garlasco, nessun dettaglio può essere dato per scontato. Nemmeno due semplici teli da bagno.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure