
Delitto di Chiara Poggi, diciotto anni dopo: la cronaca si fa pop tra dubbi, dichiarazioni e nuovi dettagli che tengono ancora tutti col fiato sospeso. La scena questa volta si sposta sul protagonista meno atteso: Andrea Sempio, amico di Marco Poggi e presenza abituale nella villetta di Garlasco, decide di raccontare la sua verità proprio mentre l’incidente probatorio torna al centro del dibattito.
Una storia che non conosce pace, con Sempio che per la prima volta rompe il silenzio mediatico in un’intervista a “Pomeriggio 5”. Il suo legame con la famiglia Poggi è forte e non nasconde nulla: “Io frequentavo quella casa, ci andavo con Marco, anche pochi giorni prima del delitto”. La presenza nella villetta era, a suo dire, assolutamente normale. “Se trovano le mie tracce, il mio Dna o delle impronte, ragazzi, è normale: ero lì. Giocavamo ai videogames, prendevo i giochi in scatola nel seminterrato”.
Una presenza quotidiana tra giochi e amicizia
Non un dettaglio da poco: il corpo senza vita di Chiara venne ritrovato proprio lungo la scalinata che conduce a quel famigerato seminterrato, dove Sempio dice di aver passato molte ore. Sul muro accanto alle scale, gli investigatori hanno individuato presunte tracce di Dna riconducibili a Sempio. Un punto caldo su cui il diretto interessato vuole chiarezza: “Parlano di Dna da contatto, ma allora non dovrebbe essercene una quantità infinitesimale. Mi aspetterei qualcosa di più evidente, più sostanzioso”.
Il suo atteggiamento? Trasparenza e voglia di confronto, ma anche smarrimento verso le interpretazioni degli elementi raccolti. Il caso si complica, la narrazione si fa sempre più pop e vicina alla gente comune, con domande che restano ancora senza risposta.
Dna, impronte e i dettagli che fanno la differenza

Al centro delle indagini anche l’impronta numero 33, forse la più discussa tra le prove raccolte. Si tratta di un’impronta su una parete interna che, secondo gli investigatori, sarebbe proprio di Sempio. Ma qui la difesa è netta: non si tratta di sangue, ma solo di sudore. Un particolare che cambia tutto, perché può determinare se quella traccia sia frutto di una normale giornata tra amici o se sia collegata agli istanti precedenti all’omicidio.

Per Sempio si tratta di una questione di chiarezza: la differenza tra una traccia innocua e una prova decisiva è sottile, ma fondamentale. E per chi osserva da fuori, la vicenda si tinge dei colori di un thriller, tra colpi di scena, analisi tecniche e il fascino pop dei casi irrisolti.
Un caso senza fine tra misteri e dolore


Andrea Sempio era già stato citato nel passato della lunga inchiesta, ma sempre in secondo piano rispetto ad Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara condannato in via definitiva a sedici anni. Oggi, tra nuove consulenze tecniche e il ritorno al centro della scena, il caso Garlasco continua a oscillare tra ipotesi e dubbi che sembrano non voler finire mai.
La famiglia Poggi, riservata e profondamente segnata, assiste ancora una volta all’esplosione mediatica di un dolore privato. E mentre gli esperti analizzano le tracce, il mistero di Garlasco rimane un enigma che affascina, divide, e difficilmente troverà una risposta definitiva.