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Taglio ai vitalizi, 1.300 ex parlamentari fanno ricorso. Tra loro anche Ilona Staller, Antonio Bassolino e Paolo Guzzanti

Pubblicato: 09/07/2025 11:19
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A sei anni dalla riforma che ha profondamente modificato il sistema dei vitalizi parlamentari, il tema torna a infiammare il dibattito politico e giuridico. Oltre 1.300 ex deputati attendono ora una decisione cruciale: il Collegio d’Appello della Camera dei Deputati si pronuncerà nei prossimi giorni sui ricorsi presentati contro la delibera voluta nel 2018 da Roberto Fico, allora presidente della Camera in quota Movimento 5 Stelle.
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Si tratta di una svolta che potrebbe avere effetti dirompenti: se il Collegio accoglierà le richieste, verrà meno uno dei provvedimenti simbolo della battaglia grillina contro i privilegi della politica. Il ritorno al vitalizio originario rappresenterebbe un cambio di rotta potenzialmente esplosivo, capace di rimettere in discussione la linea adottata negli ultimi anni sul tema dei trattamenti pensionistici riservati agli ex parlamentari.

Il nodo della delibera Fico e i tagli fino al 90%

La riforma del 2018 rappresentò una frattura netta con il passato: vennero aboliti i vitalizi come li si conosceva, e sostituiti con un sistema interamente contributivo, in linea con quanto accade per i lavoratori comuni. L’assegno non era più calcolato in base al numero di legislature, ma sui contributi effettivamente versati, portando a tagli anche dell’80-90%, soprattutto per i parlamentari in carica da più tempo.

Una misura accolta con favore dall’opinione pubblica e da una parte della politica, ma che scatenò da subito forti opposizioni tra gli interessati. Il primo fronte giudiziario si è aperto nel 2022, quando una sentenza ha annullato la delibera Fico per una parte dei parlamentari più anziani, restituendo loro gli assegni originari. Ora, il nuovo ricorso potrebbe estendere l’effetto anche ai più giovani.

La nuova battaglia degli ex deputati

Il 2 luglio scorso si è tenuta a Montecitorio la prima udienza davanti al Collegio d’Appello, composto da cinque deputati e presieduto da Ylenia Lucaselli (Fratelli d’Italia). L’organo ha ascoltato le parti e si è riservato la decisione, attesa nelle prossime settimane. Qualora dovesse accogliere le richieste, si aprirebbe uno scenario inedito: la reintroduzione generalizzata dei vitalizi, con effetti economici e simbolici difficili da ignorare.

Tra i firmatari dei ricorsi compaiono nomi noti del panorama politico italiano. Ci sono l’ex ministro Claudio Scajola, gli ex sindaci di Napoli Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, l’ex attrice e parlamentare Ilona Staller, l’ex giornalista Paolo Guzzanti, il leader del Sessantotto Mario Capanna, e numerosi esponenti storici del Partito Socialista Italiano come Fabrizio Cicchitto, Claudio Martelli e Margherita Boniver.

Le parole di Paolo Guzzanti: “Taglio violento e ingiusto”

Uno dei volti più critici della riforma resta Paolo Guzzanti, giornalista e per anni parlamentare della Repubblica. Da sempre contrario alla delibera del 2018, ha espresso in più occasioni il suo disappunto per quella che considera una misura ingiusta e delegittimante: «Il principio del vitalizio era sacrosanto. Se sei un cittadino che lascia il proprio mestiere per servire lo Stato in Parlamento, è giusto che gli venga riconosciuto un trattamento specifico», ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera.

Guzzanti ha raccontato di percepire oggi un vitalizio ridotto a tremila euro, perché già entrato in Parlamento quando il sistema contributivo era in vigore. Nonostante ciò, rivendica con forza il diritto all’assegno e denuncia il clima di discredito che, secondo lui, la riforma ha generato nei confronti delle istituzioni: «Quando i 5 Stelle approvarono la sforbiciata mi incazzai per la violenza messa in atto nei confronti del Parlamento», ha detto. Aggiungendo con amarezza: «Tornassi indietro, forse non farei più il parlamentare. Ne vale davvero la pena?».

Un possibile effetto domino sul sistema parlamentare

La decisione del Collegio d’Appello potrebbe ora dare vita a un effetto domino. Se venissero accolti i ricorsi, si aprirebbe la strada a richieste di rimborso, ristori economici o riattribuzione degli assegni anche per altri ex deputati e senatori, con conseguenze rilevanti per i conti pubblici e per la tenuta politica delle scelte operate negli ultimi anni.

Il ritorno del “vitalizio della discordia” segna così un momento chiave nella lunga vicenda dei privilegi parlamentari. Una questione che va oltre la sola dimensione economica, toccando in profondità il rapporto tra cittadini e rappresentanti, tra giustizia sociale e riconoscimento istituzionale. Il verdetto è atteso con grande attenzione, dentro e fuori i palazzi della politica.

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Ultimo Aggiornamento: 09/07/2025 13:17

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