
Nel primo pomeriggio, tra il caldo umido e le nuvole basse che annunciavano temporali, qualcosa si è spezzato. Gli animali hanno cominciato a muoversi con nervosismo. Le foglie si sono sollevate come in un respiro trattenuto, e poi — tutto insieme — è arrivato il boato. Le case hanno scricchiolato, le finestre si sono infrante da sole. I bambini a scuola si sono rannicchiati sotto i banchi, ma per molti era già ora di tornare a casa. Un camion è rimasto sepolto in una frana improvvisa, con la strada che ha ceduto sotto il peso delle montagne.
La polvere ha coperto il cielo. I cellulari hanno smesso di funzionare per lunghi minuti. Nei villaggi, la gente si è riversata fuori dalle abitazioni con le mani sulla testa. C’è chi ha pregato, chi ha pianto. Tutti hanno pensato alla stessa cosa: questa volta, quanto durerà?

Tre scosse, epicentro vicino a San Vicente Pacaya
Il terremoto ha colpito alle 15:41 di ieri, ora locale — le 23:41 in Italia — con una magnitudo di 5.7, secondo i dati dell’Ingv italiano e dell’Usgs statunitense. L’ipocentro è stato localizzato a soli 9 km di profondità, un valore che amplifica la violenza in superficie. L’epicentro, invece, è stato individuato nei pressi di San Vicente Pacaya, nel dipartimento di Escuintla, a sud della capitale.
Le scosse, in tutto tre di forte entità, sono state avvertite anche in El Salvador. Ma è stato il Guatemala a pagare il prezzo più alto: due persone sono morte dopo che una frana ha travolto un veicolo diretto verso Città del Guatemala. Il terreno, intriso di umidità, è franato all’improvviso e ha inghiottito tutto.
Sospese le lezioni: oggi giorno di riposo in tre dipartimenti
Il presidente Bernardo Arévalo ha ordinato la sospensione di tutte le attività scolastiche per oggi e ha dichiarato un giorno di riposo straordinario in tre aree del Paese: Città del Guatemala, Escuintla e Sacatepéquez. Una misura adottata per consentire alle squadre tecniche di ispezionare le infrastrutture e prevenire altri rischi, considerando la possibilità di repliche sismiche.
Nel frattempo, i soccorritori sono ancora al lavoro lungo le strade di montagna, dove i detriti e il fango hanno cancellato le carreggiate. Le squadre di emergenza hanno faticato a raggiungere le zone colpite a causa delle condizioni difficili del terreno e della scarsa visibilità.
Una regione fragile tra le placche dei Caraibi e del Cocos
Il Guatemala si trova in un’area ad altissimo rischio sismico, in corrispondenza del punto in cui si incontrano la placca tettonica dei Caraibi e quella del Cocos. A questo si aggiungono numerose faglie geologiche locali, che rendono la regione teatro frequente di terremoti anche devastanti.
Non è la prima volta, e non sarà l’ultima. La memoria collettiva torna al 1976, al sisma di magnitudo 7.5 che uccise 23 mila persone. Oggi il bilancio è infinitamente più lieve, ma il terrore è lo stesso, soprattutto nei villaggi lontani, dove i segnali d’allarme non arrivano e la protezione civile è solo una parola.