
Cambia una prassi consolidata per milioni di passeggeri: da oggi, chi vola in Italia su rotte nazionali o verso Paesi dell’area Schengen non dovrà più mostrare la carta d’identità al momento dell’imbarco. Basterà la sola carta d’imbarco per salire a bordo, come stabilito da una nuova disposizione dell’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), rivelata in esclusiva dal Corriere della Sera. Si tratta di una novità destinata ad alleggerire le operazioni negli aeroporti, con vantaggi concreti in termini di tempi e procedure.
La nuova norma si applica ai voli in partenza dall’Italia verso i Paesi della zona Schengen, che comprende quasi tutti i membri dell’Unione Europea, oltre a Islanda, Norvegia, Liechtenstein e Svizzera. Restano esclusi dalla misura Cipro, Irlanda e ovviamente il Regno Unito. Dopo una fase di sperimentazione su alcune tratte, l’ENAC ha deciso di estendere la regola a livello nazionale, anche se non è stata ancora comunicata una data ufficiale di entrata in vigore.
Fino a oggi i controlli aeroportuali in Italia prevedevano due passaggi: il primo, con carta d’imbarco e ispezione dei bagagli tramite metal detector; il secondo, al gate, dove veniva richiesta anche la carta d’identità per verificare la corrispondenza tra documento e carta d’imbarco. Questa seconda verifica è quella che ora sarà eliminata, ritenuta non più essenziale ai fini della sicurezza.

Secondo la nota della direzione generale dell’ENAC, la mancata verifica tra nome e documento di identità «non compromette un adeguato livello di sicurezza», perché l’identificazione tramite la carta d’imbarco resta obbligatoria e sufficiente. In sostanza, viene confermata la fiducia nella filiera dei controlli di sicurezza già attiva all’interno degli scali.
La decisione è stata spiegata dal presidente dell’ENAC, Pierluigi Di Palma, che ha evidenziato l’intento di semplificare e velocizzare le procedure di imbarco. «Gli aeroporti sono luoghi protetti. È il momento di equiparare i viaggi in aereo a quelli in treno», ha dichiarato al Corriere. Di Palma ha chiarito che documenti d’identità o passaporti non vanno lasciati a casa, perché le forze dell’ordine possono comunque effettuare controlli a campione.
Sul rischio di possibili abusi o frodi con l’uso di carte di imbarco altrui, Di Palma ha assicurato che tutti gli aeroporti italiani sono dotati di sistemi di controllo visibili e invisibili, e che le sanzioni previste per eventuali violazioni sono molto severe. Inoltre, la presenza dei metal detector e degli altri filtri resta invariata, garantendo così un elevato standard di sicurezza.

Nonostante l’apertura generale, il Ministero dell’Interno ha deciso di mantenere il controllo dei documenti su alcune rotte interne sensibili, in particolare quelle coinvolte in fenomeni di immigrazione irregolare. Il provvedimento potrebbe riguardare specificamente i collegamenti tra l’Italia e la Francia, spesso usati come corridoi secondari da migranti già entrati nell’UE.
La novità si inserisce in un quadro più ampio di digitalizzazione e modernizzazione degli aeroporti italiani. Negli ultimi anni, infatti, sono state introdotte tecnologie per snellire i controlli, come il faceboarding, disponibile già a Linate e Catania, che consente di superare i controlli con il solo riconoscimento facciale, senza esibire né carta d’identità né carta d’imbarco.
La misura dell’ENAC, pur rappresentando una svolta, non cambia le regole internazionali: per volare verso Paesi extra-Schengen, come Regno Unito, Stati Uniti o Paesi dell’Est Europa fuori dall’area, sarà sempre necessario presentare un documento di identità valido per l’espatrio. Ma per milioni di viaggiatori in ambito nazionale ed europeo, il check-in si appresta a diventare più snello che mai.