
Chiara Poggi, il suo nome torna a risuonare quasi diciotto anni dopo quel tragico 13 agosto 2007. A Garlasco si riaccendono i riflettori: il famoso caso dell’omicidio sembra sul punto di cambiare pagina, ma le ultime analisi scientifiche rischiano di lasciare tutti con il fiato sospeso. L’incidente probatorio voluto dalla Procura di Pavia porta novità, ma non tutte le speranze sembrano destinate a realizzarsi.
Le indagini sulle tracce della villetta dove Chiara ha perso la vita hanno fatto tanto rumore, ma secondo il genetista della famiglia Poggi, il clamore è stato più grande dei risultati: le nuove scoperte sarebbero quasi irrilevanti dal punto di vista investigativo.
Sotto le unghie: la verità che tutti cercano
Sotto la lente degli esperti, ecco le microtracce di cromosoma Y (materiale genetico maschile) trovate in alcuni campioni: una notizia che ha subito fatto pensare a uomini diversi da Alberto Stasi, unico condannato per l’omicidio. Ma il dottor Marzio Capra ridimensiona tutto: “Una traccia significativa deve avere almeno 100 picogrammi di materiale. In questi casi parliamo di valori anche da 0,1. È come raccogliere un centesimo di una cellula”, spiega a Fanpage.it. Un vero colpo di scena, ma senza il peso che tutti si aspettavano.
Le tracce microscopiche e il rebus del dna

Le tracce sono state scoperte su diversi campioni, compreso il tappetino del bagno, ma le quantità sono talmente minime da impedire l’identificazione di un profilo genetico. Capra non usa mezzi termini: “Si fanno le repliche solo perché il valore non è zero”. E insiste: “Il materiale necessario per ottenere risultati significativi deve essere centinaia di volte superiore a quello che è stato effettivamente rilevato”.
Anche le analisi del sangue nella villetta, in particolare sulle tracce 52, 54, 13D e 43, non lasciano spazio a dubbi: l’unico sangue rilevato è quello di Chiara Poggi. Niente misteriosi sconosciuti sulla scena, nessun nuovo profilo pronto a sconvolgere gli equilibri. Resta così un unico elemento in bilico tra passato e futuro: la vecchia perizia sulle unghie della vittima.
La vecchia perizia e la speranza di una svolta

Nel 2014, il perito Francesco De Stefano non riuscì a isolare un Dna completo. Eppure, la difesa di Alberto Stasi ha portato una consulenza che su quelle unghie vede un cromosoma Y attribuibile ad Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara e ora tra gli indagati. Questa affermazione, mai ufficialmente confermata, ha spinto la magistratura a riaprire il caso. La decisione finale sulla corrispondenza genetica tra Sempio e il frammento trovato toccherà ad una nuova perizia.

Per conoscere la verità bisognerà aspettare almeno settembre, quando sarà pronta la nuova perizia. Fino ad allora, le speranze e le ipotesi resteranno sospese. Il caso Garlasco potrebbe essere davvero ad un passo dalla soluzione, ma il rischio è che anche questa pista si perda, lasciando tutto com’era e confermando la condanna ad Alberto Stasi, senza nuove certezze scientifiche. Il mistero sotto le unghie di Chiara rimane, ancora una volta, al centro di una storia che l’Italia segue col fiato sospeso.