
Un intervento destinato a far discutere quello pronunciato dall’eurodeputata di Fratelli d’Italia, Elena Donazzan, nel corso di una recente seduta del Parlamento europeo. Dalle colonne di Bruxelles, la parlamentare ha espresso una ferma difesa dell’operato di Israele, in particolare dopo gli attacchi aerei che hanno colpito la Striscia di Gaza in seguito ai fatti del 7 ottobre 2023.
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Richiamando le parole del leader tedesco Friedrich Merz, che in occasione della risposta israeliana all’attacco iraniano aveva parlato di “lavoro sporco per tutto l’Occidente”, Donazzan ha dichiarato con toni netti: “Israele ha il coraggio di fare quello che l’Europa non ha il coraggio di fare”.

Difesa del diritto alla reazione e critica al racconto mediatico
Nel suo intervento, Donazzan ha tracciato una linea precisa tra le responsabilità attribuite a Hamas e la necessità, secondo lei, di riconoscere a Israele il diritto di difendersi. “Israele ha il coraggio di difendersi. Quando era sotto attacco il 7 ottobre non possiamo dimenticare: 1400 vittime. Erano civili, bambini, anziani, nelle loro case o a un concerto. 250 rapiti, tra cui 30 bambini. Israele ha il coraggio di reagire e di difendersi”, ha affermato davanti all’aula.
Parole che arrivano in un contesto internazionale sempre più complesso e polarizzato, in cui la condanna dell’aggressione del 7 ottobre convive con crescenti preoccupazioni per le vittime civili palestinesi. Secondo fonti ufficiali, i bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza avrebbero provocato, fino a oggi, oltre 56.000 morti.
Donazzan ha però denunciato quella che, a suo giudizio, è una narrazione sbilanciata da parte dei media occidentali. “È sotto attacco ogni giorno, ma i giornali europei e del mondo non ne parlano. Israele ha il coraggio di dire chi è colpevole. E di sapere che, dietro quel terrorismo di Hamas, c’è l’Iran”, ha continuato l’eurodeputata, criticando apertamente la stampa internazionale.
Il tema dei bambini e l’accusa agli estremisti
Uno dei passaggi più duri del discorso di Donazzan riguarda l’utilizzo dei bambini nei conflitti armati. “Ha il coraggio di chiamare le cose con il loro nome. Ha il coraggio di dire che questo terrorismo è quello che commuove l’Europa e le anime fragili quando vedono dei bambini. Ma quei bambini sono i figli di quei terroristi che vengono usati da loro come scudi umani. Inaccettabile usare i propri figli come scudi umani”.
L’affermazione tocca un nodo particolarmente sensibile nel dibattito internazionale, dove l’equilibrio tra il diritto alla sicurezza di Israele e il rispetto dei diritti umani dei civili palestinesi è spesso oggetto di profonde divergenze. Le parole della deputata di Fratelli d’Italia, infatti, si inseriscono in una più ampia retorica che accusa direttamente Hamas non solo della violenza contro Israele, ma anche della strumentalizzazione della popolazione civile, inclusi i minori.
La posizione di Fratelli d’Italia e l’eco politica europea
L’intervento di Donazzan è in linea con le posizioni espresse più volte dai rappresentanti di Fratelli d’Italia, partito guidato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, da sempre favorevole a un sostegno convinto a Israele e alla sua politica di sicurezza. Tuttavia, le parole pronunciate all’Europarlamento rischiano di alimentare nuove tensioni tra le diverse forze politiche europee, in un momento in cui l’Unione cerca una posizione comune sulla questione mediorientale.
Le dichiarazioni dell’eurodeputata rappresentano una presa di posizione netta, che si oppone apertamente a quelle voci che, pur riconoscendo il diritto di Israele alla difesa, denunciano l’eccessiva sproporzione dell’uso della forza.
Un intervento che divide e rilancia il dibattito
Le parole di Elena Donazzan risuonano forti nel contesto di un’Europa sempre più divisa sul conflitto tra Israele e Hamas, e in particolare sull’approccio da tenere nei confronti del governo di Tel Aviv. Se da una parte cresce la solidarietà verso le vittime israeliane del 7 ottobre, dall’altra si moltiplicano le proteste e le mobilitazioni contro le conseguenze umanitarie dell’intervento militare nella Striscia di Gaza.
In questo quadro, la parlamentare italiana ha scelto una linea dura e senza sfumature, elogiando il coraggio di Israele e puntando il dito contro quello che definisce il silenzio dei media europei. Un messaggio che di certo farà discutere, alimentando il dibattito interno al Parlamento europeo e tra gli stessi elettorati dei Paesi membri.