
Tensione alta nel corso dell’ultima puntata del talk politico In Onda, in onda su La7. Ospite in studio, Chiara Appendino, ex sindaca di Torino e volto di spicco del Movimento 5 Stelle, ha lanciato un duro attacco alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, accusandola di essere “sotto ricatto” in relazione al discusso Piano Mattei. Le sue parole hanno acceso uno scontro con il condirettore di Libero, Pietro Senaldi, collegato da remoto, dando vita a un acceso botta e risposta che ha monopolizzato il dibattito.
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Appendino attacca: “Il governo Meloni è un insulto agli italiani”
Nel mirino della ex prima cittadina torinese, la gestione dell’esecutivo in materia di migranti e le recenti frizioni diplomatiche tra Italia e Libia, culminate nel caso che ha visto coinvolto il ministro Matteo Piantedosi. “Noi abbiamo una Giorgia Meloni che ha parlato di Piano Mattei e poi è sotto ricatto e vede il suo ministro, figura veramente barbina, essere respinto…”, ha dichiarato Appendino, senza mezzi termini.
Un riferimento diretto al recente viaggio del ministro dell’Interno, respinto durante una missione ufficiale, episodio che secondo l’esponente M5s mostrerebbe la debolezza della strategia del governo italiano nel Mediterraneo. La polemica si è poi allargata al tema del memorandum con l’Albania, fortemente voluto da Meloni, definito da Appendino “un miliardo buttato per portare appena cento persone lì dentro”.

Il caso migranti al centro dello scontro
Il tema dei flussi migratori ha rappresentato il cuore dello scontro. “Sui migranti questo governo dovrebbe chiedere scusa“, ha tuonato Appendino. “È un insulto agli italiani quello che stanno facendo: siamo a 250mila sbarchi, e sul fronte dei respingimenti non c’è alcun risultato concreto. Parlano tanto di sicurezza ma non producono nulla se non spese inutili”.
Parole che hanno scatenato la reazione di Senaldi: “Mi sembra un grande minestrone”, ha risposto il giornalista. “La sintesi è che Meloni e il governo di centrodestra stanno antipatici a Chiara Appendino, e va benissimo. Ma questo non significa che abbia detto delle cose che hanno un senso politico”.
Il botta e risposta con Senaldi e il ruolo dei conduttori
Il dibattito si è fatto particolarmente teso quando Senaldi ha interrotto Appendino per negare le sue accuse: “Meloni non è sotto ricatto…”. “Mi faccia finire”, ha ribattuto la deputata del M5s, mentre Senaldi insisteva: “Signora però ho parlato meno di lei”. Un susseguirsi di interruzioni e repliche che ha reso necessario l’intervento dei conduttori Luca Telese e Marianna Aprile, che hanno cercato di riportare ordine.
“Credo fosse una sineddoche”, ha precisato Aprile, cercando di interpretare il senso delle parole di Appendino, secondo cui “Meloni” rappresentava metaforicamente l’intero governo. Ma Senaldi ha ribattuto con fermezza: “Non è il governo sotto ricatto. Di chi sarebbe sotto ricatto? Della Libia? È una sciocchezza”.
Il Piano Mattei e le critiche dell’opposizione
Il Piano Mattei, fortemente voluto dalla premier, è ormai da settimane al centro del dibattito politico. Presentato come una strategia per rafforzare la cooperazione con i Paesi africani, è stato oggetto di critiche crescenti da parte delle opposizioni, che lo accusano di essere inefficace e incoerente. Per Chiara Appendino, il piano si sarebbe tradotto in una “doppia umiliazione”: da un lato il presunto ricatto diplomatico subito, dall’altro il fallimento operativo nel contrasto ai flussi migratori.
L’episodio andato in onda su La7 rappresenta l’ennesima frattura tra le posizioni dell’esecutivo e quelle dei partiti di opposizione, che accusano il governo di alimentare la retorica della fermezza senza produrre risultati concreti.
Un confronto acceso che riflette la frattura politica sul tema migranti
L’episodio conferma come il tema migranti continui a essere uno dei terreni più divisivi nel dibattito politico italiano. L’opposizione accusa la maggioranza di inefficienza e propaganda, mentre il governo rivendica una linea dura e pragmatica a difesa degli interessi nazionali.
Il confronto tra Appendino e Senaldi ha messo in evidenza le due visioni contrapposte: da una parte chi parla di fallimento politico e morale, dall’altra chi difende la legittimità delle scelte governative. Intanto, la tensione resta alta anche sul piano internazionale, dove l’Italia cerca di mantenere saldo il dialogo con paesi strategici come la Libia. Ma le immagini di un ministro respinto e di una premier accusata di “essere sotto ricatto” non aiutano a rafforzare l’immagine del governo italiano agli occhi dell’opinione pubblica.