
Negli ultimi mesi, una vicenda complessa ha mantenuto alta l’attenzione delle autorità e della comunità locale. Un caso irrisolto che ha lasciato numerose domande in sospeso e un forte senso di smarrimento in chi attende risposte. Ora, un nuovo elemento emerso nelle scorse ore potrebbe finalmente fornire la chiave per sciogliere i dubbi su una scomparsa avvolta nel mistero.
Un ritrovamento avvenuto in un’area fluviale ha riacceso le speranze – o i timori – di arrivare a una conclusione definitiva, mentre le indagini si concentrano sul riconoscimento della vittima e sulle circostanze che hanno portato al tragico epilogo.
Corpo rinvenuto nell’Adige: ipotesi legata alla scomparsa di Clara Rossignoli
Nella serata di mercoledì 9 luglio, un corpo in stato avanzato di decomposizione è stato recuperato lungo la sponda meridionale del fiume Adige, tra le località di Cavanella Adige e Rosolina Mare. Secondo una prima analisi, si tratterebbe di una donna anziana rimasta in acqua per un lungo periodo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Rovigo, coadiuvati dalle squadre dei sommozzatori dei vigili del fuoco di Venezia, Chioggia e Rosolina.

Le autorità hanno messo la salma a disposizione della Procura, che ora sta procedendo con gli esami per l’identificazione e per accertare eventuali cause violente della morte. Tra le ipotesi più fondate, quella che il corpo possa appartenere a Clara Rossignoli, 79 anni, scomparsa lo scorso 8 aprile da Porto di Legnago, in provincia di Verona.
Ipotesi confermata dalle indagini preliminari
Clara Rossignoli era sparita dopo un litigio con il nipote, con cui condivideva l’abitazione. Pochi giorni dopo, sia lui che la sua ex compagna erano stati indagati per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Le ricerche condotte da carabinieri e vigili del fuoco non avevano mai portato a un risultato concreto, fino a questo ritrovamento.
La figlia di Clara, Marta Nardo, ha espresso dolore e speranza in un commento ai media locali: “Spero sia davvero mia madre, almeno potrò darle una degna sepoltura, così non si può andare avanti”. Le indagini proseguono con riserbo, mentre i familiari attendono con ansia l’esito del test del DNA. Se confermata, la scoperta metterebbe fine a una lunga attesa, aprendo però nuovi scenari sulle responsabilità di quanto accaduto.