
Un episodio di estrema gravità ha segnato i primi mesi dell’anno, con conseguenze che si sono protratte a lungo sul piano investigativo e umano. La vittima, una donna di mezza età, è stata coinvolta in una situazione di estrema vulnerabilità e solo il coraggio di raccontare l’accaduto ha permesso di avviare un percorso che ora ha portato a risultati concreti. Dopo mesi di indagini, le autorità hanno individuato e fermato i presunti responsabili, grazie anche a una complessa attività di ricostruzione e raccolta di elementi probatori.
Il caso ha suscitato una forte risposta emotiva nella comunità locale, che ha seguito con apprensione l’evoluzione della vicenda. Le forze dell’ordine, sin da subito, hanno raccolto ogni dettaglio utile, seguendo ogni pista fino ad arrivare all’individuazione dei sospettati. I due uomini, secondo gli investigatori, avrebbero cercato di far perdere le proprie tracce, ma sono stati fermati poco prima di lasciare il territorio italiano.

Aggressione nei pressi di un cimitero: due arresti dopo mesi di indagini
I fatti risalgono all’8 febbraio, quando una donna italiana di 52 anni è stata violentata da due individui sconosciuti nei pressi di un cimitero in un comune della provincia di Cuneo. In base a quanto ricostruito, la donna si trovava in stato di confusione quando è stata avvicinata da due uomini nei pressi della stazione ferroviaria. Successivamente, i due l’avrebbero condotta in una zona isolata, dove si è consumata la violenza.
La vittima, visibilmente provata e con una ferita al volto, è stata notata da alcuni passanti, che hanno immediatamente chiamato i soccorsi. Una volta portata all’ospedale di Verduno, la donna ha trovato la forza di raccontare l’accaduto ai medici e agli inquirenti. Le sue dichiarazioni hanno avviato una complessa indagine condotta dai carabinieri di Alba.
Fermati poco prima della fuga
A distanza di cinque mesi, le indagini hanno portato all’identificazione e all’arresto di due cittadini di nazionalità tunisina, ritenuti i responsabili dell’aggressione. I due, secondo gli inquirenti, stavano organizzando il rientro nel loro Paese d’origine. Fermati prima di riuscire a lasciare l’Italia, sono stati condotti nel carcere di Torino e ora dovranno rispondere dell’accusa di violenza sessuale.
L’inchiesta rimane aperta per accertare ogni responsabilità e fare piena luce su un episodio che ha scosso profondamente il territorio.