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Ponte di Messina, Diesel Euro 5 e Autovelox, approvato il Dl Infrastrutture: tutte le novità

Pubblicato: 10/07/2025 16:34
decreto infrastrutture

Con 191 voti favorevoli, 102 contrari e 2 astenuti, l’Aula della Camera ha espresso la propria fiducia al Decreto Legge Infrastrutture (Dl 73/2025). Si tratta di un passaggio cruciale per un provvedimento destinato a ridisegnare il volto infrastrutturale e logistico dell’Italia.

Il decreto, ora al suo primo via libera parlamentare, si presenta come un compendio di misure urgenti e strategiche, mirate a garantire la continuità nella realizzazione di opere fondamentali e la gestione ottimale dei contratti pubblici. Non solo: il testo interviene con forza sul corretto funzionamento del sistema di trasporti ferroviari e su strada, sull’ordinata gestione del demanio portuale e marittimo, e sull’attuazione di indifferibili adempimenti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e alla partecipazione dell’Italia all’Unione Europea in materia di infrastrutture e trasporti. Un pacchetto ambizioso che tocca corde sensibili del dibattito pubblico e promette impatti tangibili sulla vita dei cittadini e sullo sviluppo economico.

Un caleidoscopio di interventi: dal ponte di Messina agli autovelox

Il testo definitivo del decreto, frutto di un intenso dibattito parlamentare, è un vero e proprio concentrato di misure multisettoriali. Tra le novità più dibattute e, in alcuni casi, reintrodotte, spiccano quelle relative al Ponte di Messina. In particolare, è tornata in auge, grazie a un emendamento dei relatori, la norma che inserisce di diritto la società Stretto di Messina nell’elenco delle stazioni appaltanti qualificate tenuto dall’ANAC. Questa disposizione le consentirà di gestire in autonomia gli ulteriori appalti necessari alla mastodontica opera. Fondamentale, inoltre, l’aggiornamento dei costi del Ponte, che passano dagli 8,5 miliardi di euro stimati nel progetto del 2012 agli attuali 13,5 miliardi. Un adeguamento che, pur significativo, rispetta il vincolo europeo di non superare il tetto del 50% di aumenti senza la necessità di rimettere in gara il maxi-appalto.

Il decreto non si limita ai grandi progetti: trovano spazio anche misure specifiche per la gestione delle strade comunali e per il controllo della velocità. Viene introdotta maggiore chiarezza sull’utilizzo degli autovelox, con lo stop ai sistemi di rilevamento non censiti e mappati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), e sulla classificazione delle strade di competenza dei Comuni, affrontando una questione spesso al centro delle cronache locali.

Appalti pubblici: maggiore flessibilità e tutele per operatori

Il settore degli appalti pubblici è stato oggetto di numerose correzioni di rotta, volte a introdurre maggiore flessibilità e a tutelare gli operatori. Con il passaggio alla Camera, sono stati inseriti l’anticipazione del 10% del prezzo del contratto per i servizi di ingegneria, una misura a lungo invocata dalle società di progettazione, e il blocco all’applicazione della revisione prezzi al ribasso, richiesta dai costruttori. Il calcolo delle variazioni (anche in diminuzione) tra i prezzi a base di gara e i prezziari dovrà essere effettuato dalle stazioni appaltanti solo a decorrere dal 2025. Questa precisazione è cruciale, poiché evita possibili operazioni di rideterminazione degli importi già liquidati per gli anni fino al 2024, fornendo certezza e stabilità al mercato. Sanata, inoltre, una questione rimasta sospesa a causa di un groviglio normativo nei meccanismi di compensazione del caro-materiali, che escludeva determinate categorie di appalti, garantendo ora una maggiore equità.

Dagli incentivi ai tecnici PA alla stagione balneare: un testo onnicomprensivo

Il Decreto Infrastrutture non ha trascurato i tecnici interni alla Pubblica Amministrazione, con l’approvazione degli incentivi del 2% estesi ai dirigenti e applicabili anche per gare avviate prima del 31 dicembre 2024 (data di entrata in vigore del Correttivo appalti). Altri temi rilevanti emersi in corso di discussione sono stati l’applicazione immediata dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) negli appalti di ristrutturazione e il riordino dei Provveditorati Interregionali alle Opere Pubbliche, con una razionalizzazione delle sedi e delle funzioni di queste strutture tecniche periferiche del Ministero delle Infrastrutture.

Il testo prevede inoltre deroghe per le opere destinate alla difesa nazionale, la nomina di nuovi commissari (a partire dal completamento dell’A2 e per il polo logistico di Alessandria), il rafforzamento della società Autostrade dello Stato, misure specifiche per i porti e fondi per la Guardia Costiera. Particolare attenzione è stata dedicata all’individuazione di cinque opere prioritarie da progettare a cura dell’Anas, soglie di importo e tempo meglio definite per gli interventi di emergenza (la cosiddetta “somma urgenza”), un finanziamento di 15 milioni per opere compensative sull’AV Salerno-Reggio Calabria e l’istituzione di un tavolo tecnico per le incompiute.

Diesel Euro 5 e stoccaggi energetici: le novità in commissione

Nel passaggio parlamentare, è stato confermato che la stretta sull’utilizzo dei certificati lavori eseguiti dai subappaltatori non si applica ai contratti già in corso alla data del 31 dicembre 2024. Rimangono in piedi molte altre misure del testo originario, dalle tariffe per i voli soggetti agli oneri di servizio pubblico agli adeguamenti per alcuni interventi previsti dal PNRR, fino alle date della stagione balneare.

Tra le novità inserite in commissione alla Camera, spicca lo slittamento dal 1° ottobre 2025 al 1° ottobre 2026 dello stop alla circolazione delle autovetture e dei veicoli commerciali ad alimentazione diesel Euro 5 nelle regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Questa misura, molto attesa, offre un anno in più di tempo ai possessori di questi veicoli, limitando poi gli eventuali blocchi solo nelle città con oltre centomila abitanti. Infine, di grande rilevanza è lo stanziamento di 35 milioni di euro dal 2027 al 2029 per il potenziamento delle infrastrutture di stoccaggio e per migliorare la capacità di rigassificazione, con l’obiettivo di rendere più stabili e sicure le nostre potenzialità di approvvigionamento energetico.

Il Decreto Infrastrutture, in attesa della conversione in legge entro il 21 luglio, si configura dunque come uno strumento poliedrico e ambizioso, capace di rispondere a esigenze diversificate e di gettare le basi per un futuro infrastrutturale più solido e moderno per l’Italia.

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