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Terremoto fortissimo, magnitudo 5.2: “Ancora una volta lì

Pubblicato: 10/07/2025 19:55

C’è un silenzio che non consola. Quando tutto è immobile, quando le foglie non si muovono e i cani smettono di abbaiare. Il respiro della terra, lì sotto, è l’unico a restare sveglio. Nessuno lo sente, ma c’è. E a volte torna a farsi sentire. Sottile, poi crescente. Un tremore che inizia dal pavimento, sale alle pareti, scuote il cuore.

È accaduto di nuovo. Le stoviglie hanno vibrato, i vetri hanno tremato, i corpi si sono alzati di scatto dal sonno. Una fitta di paura ha attraversato le stanze. Gente in strada, bambini in braccio, sguardi nel buio. E il pensiero che non sia finita.

Scossa di magnitudo 5.2 nella notte

Nella notte tra il 9 e il 10 luglio, una scossa di terremoto di magnitudo 5.2 ha colpito una zona del Paese già provata da giorni di attività sismica. L’evento è stato registrato intorno all’una di notte, e ha svegliato migliaia di persone, con un epicentro localizzato nel sud-est. Non sono stati segnalati danni gravi, ma l’onda lunga della paura è tornata.

I centri di monitoraggio continuano a registrare repliche minori, mentre le autorità hanno disposto controlli agli edifici pubblici e invitato la popolazione alla prudenza. Il timore di una sequenza sismica in corso prende forma tra le crepe dei muri e le notti passate all’aperto.

I giorni precedenti: la scossa dell’8 luglio

Soltanto due giorni prima, l’8 luglio, una scossa più violenta, di magnitudo 5.7, aveva già colpito lo stesso settore del Paese, causando almeno quattro vittime tra frane e crolli di edifici. Intere famiglie erano state evacuate, molte abitazioni dichiarate inagibili. Alcune scuole, chiese e ospedali avevano subito danni strutturali.

La terra ha continuato a muoversi: decine di scosse successive, anche sopra magnitudo 4, hanno reso le ultime 48 ore un incubo sismico. Oggi, la nuova scossa riaccende l’allarme, e costringe il Paese a vivere ancora sospeso tra il timore e la sopravvivenza.

Il contesto geologico e l’incertezza

Tutto accade lungo una delle faglie più attive dell’America Centrale, una zona di confine tra placche che da sempre genera movimenti imprevedibili. Il terreno è instabile, i fenomeni non si annunciano. Gli esperti parlano di una possibile crisi sismica in corso, ma è troppo presto per capire se si tratti dell’inizio o della fine.

Intanto, la gente dorme fuori. Per paura. Per prudenza. Perché la terra non chiede mai permesso.

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