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Londra e Parigi prendono il comando: nasce la nuova forza dei Volenterosi per l’Ucraina. E c’è anche Trump

Pubblicato: 11/07/2025 06:55

Sembrava un progetto secondario, difficile da attuare senza il pieno sostegno americano. Ma la Coalizione dei Volenterosi, nata pochi mesi fa su iniziativa di Francia e Regno Unito, sta ora assumendo un peso centrale nello scenario europeo di sicurezza legato al conflitto ucraino. A Londra, durante la visita di Stato di Emmanuel Macron, il premier britannico Keir Starmer ha parlato apertamente di un “giorno storico”, annunciando insieme al presidente francese il via libera a una forza multinazionale pronta a intervenire sul campo appena si creeranno le condizioni per una tregua.

Un comando operativo, una strategia comune e trenta Paesi coinvolti

Nel corso di una videoconferenza a cui hanno partecipato anche Volodymyr Zelensky, Giorgia Meloni e alti rappresentanti di circa 30 nazioni, sono stati resi noti i primi dettagli operativi. Il quartier generale della Coalizione sarà stabilito a Parigi, ma ruoterà ogni 12 mesi con Londra. Una seconda base sarà attivata direttamente a Kiev, sotto guida britannica. I Paesi coinvolti includono anche Canada, Australia, Turchia, Romania e Bulgaria, con la presenza di circa 200 ufficiali nei vari centri di comando.

Per la prima volta, hanno partecipato all’incontro anche gli Stati Uniti, rappresentati dal generale Keith Kellogg, inviato speciale di Donald Trump per l’Ucraina, e dai senatori Lindsey Graham e Richard Blumenthal. Un segnale importante: finora Kellogg era considerato espressione di una minoranza filo-Kiev dentro l’Amministrazione americana. Ma l’ennesimo colloquio infruttuoso tra Trump e Vladimir Putin potrebbe aver spinto la Casa Bianca a considerare l’opzione dei Volenterosi con maggiore attenzione.

Tre missioni principali: terra, cielo e mare

Il piano della Coalizione si sviluppa su tre direttrici fondamentali. Il primo obiettivo è la rigenerazione delle forze terrestri ucraine, con invio di addestratori, consulenti militari, armamenti e supporto logistico direttamente in Ucraina. Il secondo è la sicurezza dello spazio aereo: i caccia dei Paesi Volenterosi saranno dislocati negli Stati vicini per garantire la copertura e la ripresa dei voli civili. Il terzo riguarda il Mar Nero, dove si rafforzerà la collaborazione tra Turchia, Romania e Bulgaria per sminare le acque e assicurare il transito sicuro delle navi commerciali.

A questi compiti si aggiungono misure di pressione economica, tra cui nuove sanzioni contro le petroliere “ombra” russe, e un ulteriore pacchetto di 40 miliardi di euro a sostegno dello sforzo militare ucraino.

Truppe pronte, ma in attesa del via libera di Trump

Per ora, non è previsto l’invio di truppe da combattimento. Ma la possibilità non è esclusa. La forza – denominata “Multinational Force Ukraine” – sarà inizialmente composta da militari di Marina, Aeronautica e da specialisti per l’addestramento. In parallelo, Londra e Parigi hanno deciso di potenziare la Combined Joint Expeditionary Force, creata nel 2010, portandola da 20.000 a 50.000 effettivi. Una parte di questi potrebbe essere destinata all’Ucraina se la situazione lo richiedesse.

L’Italia, pur mantenendo una linea prudente, ha confermato la propria disponibilità a partecipare con missioni aeree nei Paesi NATO vicini e con attività di pattugliamento navale nel Mar Nero. Nessun passo avanti, invece, sul fronte dell’invio di soldati, che per Meloni resta subordinato a un eventuale mandato internazionale.

La novità strategica: una dottrina nucleare autonoma

Ma il punto più dirompente della giornata è stato forse un altro. Per la prima volta, Francia e Regno Unito hanno annunciato l’intenzione di coordinare l’uso delle proprie armi nucleari, in caso di minaccia estrema al continente europeo. “Siamo gli unici due Paesi europei a possedere testate atomiche e ad avere un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza ONU”, ha sottolineato Macron. “La Russia investe il 40% del suo bilancio nella guerra. Non possiamo aspettare l’America. Dobbiamo essere pronti, e in fretta”.

L’accordo rappresenta una svolta nella dottrina di deterrenza europea: Londra e Parigi dichiarano esplicitamente di poter ricorrere al proprio arsenale senza coordinamento obbligatorio con Washington, in caso di pericolo diretto.

Un’Europa militare che prende forma, anche senza la NATO

Al di là delle dichiarazioni solenni, l’incontro di ieri segna una transizione concreta: dall’attesa diplomatica alla costruzione operativa di una difesa europea autonoma. La Coalizione dei Volenterosi non sostituisce la NATO, ma ne rappresenta una declinazione funzionale e flessibile, adatta ai nuovi scenari post-atlantici. Che siano i caccia nei cieli, le navi nel Mar Nero o la minaccia atomica, l’Europa – almeno quella anglo-francese – non vuole più restare spettatrice.

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Ultimo Aggiornamento: 11/07/2025 10:44

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