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Aereo precipitato, non è stato un guasto tecnico. Emerge la verità: “Qualcuno ha fatto tutto”

Pubblicato: 11/07/2025 16:44
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La tragedia aerea di Ahmedabad, avvenuta lo scorso 12 giugno, continua a gettare un’ombra lugubre sull’aviazione civile, lasciando dietro di sé 260 vittime e innumerevoli interrogativi. A quasi un mese dall’incidente, le prime analisi delle scatole nere dell’Air India Boeing 787 Dreamliner hanno rivelato un dettaglio agghiacciante e sconcertante. I motori del velivolo sono stati spenti manualmente dalla cabina di pilotaggio subito dopo il decollo.

Questa rivelazione, riportata da diverse testate internazionali come Air Current e il Wall Street Journal, e ripresa in Italia da Il Messaggero e il Corriere della Sera, apre uno scenario inquietante e sposta il focus delle indagini su un’ipotesi ben più complessa di un semplice guasto tecnico.

La svolta nelle indagini: un’azione umana dietro la caduta?

Ciò che emerge con prepotenza dai dati preliminari è l’assenza di anomalie o danni strutturali ai propulsori che avrebbero potuto costringere l’equipaggio a un intervento così drastico. Gli investigatori si trovano di fronte a un rompicapo: se l’aereo non presentava difetti meccanici tali da giustificare lo spegnimento dei motori, qual è stata la causa di un’azione apparentemente inspiegabile?

L’ipotesi principale, al vaglio degli inquirenti indiani, è che possa essersi trattato di un gesto intenzionale compiuto da uno dei piloti, il comandante Sumeet Sabharwal (con oltre 10.000 ore di volo) o il copilota Clive Kunder (con oltre 3.400 ore di esperienza), entrambi purtroppo deceduti nell’incidente. Non si esclude neppure la possibilità che una “terza persona” autorizzata a stare nello strapuntino, il sedile aggiuntivo in cabina, possa essere coinvolta. La gravità di tale scenario impone un’indagine approfondita e meticolosa per svelare i motivi dietro un’azione che ha avuto conseguenze catastrofiche.

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Le scatole nere: chiavi di volta tra dati di volo e conversazioni in cabina

Le scatole nere, strumenti fondamentali per la ricostruzione di qualsiasi incidente aereo, stanno fornendo le prime, cruciali, risposte. In particolare, il Flight Data Recorder (FDR) ha rivelato che gli interruttori relativi all’alimentazione dei motori sono stati disattivati, una procedura insolita e inspiegabile in condizioni normali di volo. Lo spegnimento di tali interruttori, infatti, spiega anche l’attivazione della turbina ad aria compressa (Rat), il generatore di emergenza del jet, pochi istanti prima dello schianto vicino a un ostello per studenti di medicina.

Tuttavia, per avere un quadro completo e per comprendere le dinamiche interne alla cabina di pilotaggio, l’attenzione si sposta ora sul Cockpit Voice Recorder (CVR). Questo dispositivo, la seconda delle due scatole nere, contiene le registrazioni audio delle conversazioni tra i piloti e di tutti i suoni ambientali all’interno del cockpit. Sarà proprio il contenuto del CVR a fare luce su cosa si siano detti il comandante e il primo ufficiale. Al momento, i file del CVR sono ancora oggetto di complesse trattative tra Nuova Delhi e le autorità americane. La trasparenza e la collaborazione internazionale saranno cruciali per garantire che la verità venga a galla e che giustizia sia fatta per le vittime di questa indicibile tragedia. L’Aircraft Accident Investigation Bureau indiano è atteso a breve con un rapporto preliminare, un passo fondamentale verso la comprensione definitiva di uno degli incidenti aerei più enigmatici degli ultimi tempi.

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