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Cosa si nasconde davvero dietro i cereali per la colazione: lo rivela l’ultimo studio

Pubblicato: 11/07/2025 10:01
cereali da colazione

I cereali da colazione accompagnano da anni il risveglio di molte persone, soprattutto bambini. Ma ciò che appare come una soluzione pratica e gustosa, nasconde in realtà numerose insidie. Lo dimostra una nuova ricerca condotta dalle università del Kentucky e della Louisiana, pubblicata sulla rivista JAMA Network Open, che ha analizzato oltre 1.200 prodotti per la prima colazione destinati ai più piccoli, messi in commercio negli Stati Uniti tra il 2010 e il 2023. I risultati dell’indagine sono tutt’altro che rassicuranti. Vediamo cosa è emerso.
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I risultati del test: cosa mangiamo davvero

Negli ultimi tredici anni, i cereali da colazione destinati ai bambini sono diventati progressivamente meno sani. Il contenuto di zuccheri, grassi e sodio è aumentato sensibilmente, mentre quello di fibre e proteine – elementi essenziali per una dieta equilibrata – ha subito un calo. Un trend che solleva forti preoccupazioni. Secondo i ricercatori, tra il 2010 e il 2023 i livelli medi di grassi nei cereali per bambini sono aumentati del 34%, il sodio del 32% e gli zuccheri dell’11%. Parallelamente, il contenuto di fibre e proteine è sceso. Questo cambiamento, spiegano gli studiosi, è il frutto di una precisa strategia commerciale, che privilegia gusto e attrattiva visiva — come confezioni colorate e mascotte accattivanti — a discapito del valore nutrizionale.

Il rischio nascosto

Gran parte dei cereali da colazione analizzati rientra nella categoria degli ultraprocessati: prodotti industriali elaborati con l’aggiunta di additivi, edulcoranti, coloranti artificiali e agenti emulsionanti. Questi cibi, spesso poveri di nutrienti essenziali, sono progettati per risultare irresistibili, sollecitando il consumo eccessivo attraverso sapori forti e consistenze studiate nei minimi dettagli. Diversi studi scientifici hanno già messo in relazione il consumo regolare di alimenti ultraprocessati con un aumento del rischio di obesità, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e perfino alcuni tipi di tumore. Eppure, questi prodotti trovano sempre più spazio sugli scaffali dei supermercati.

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