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Garlasco, clamorosa svolta nelle indagini: “C’è un Dna nella bocca di Chiara”. Di chi è

Pubblicato: 11/07/2025 20:11
Chiara Poggi Assassino

Un nuovo elemento scuote il caso di Chiara Poggi, la 26enne uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia a Garlasco. Dopo diciotto anni, le nuove analisi disposte nell’ambito dell’incidente probatorio ordinato dal Gip Daniela Garlaschelli hanno portato a un risultato potenzialmente dirompente: sul tampone orale effettuato sul cadavere di Chiara è stato trovato un profilo genetico maschile sconosciuto.

Il Dna isolato non appartiene né ad Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima e condannato in via definitiva a 16 anni di carcere, né ad Andrea Sempio, l’amico del fratello di Chiara ora indagato per omicidio in concorso nella nuova inchiesta riaperta dalla Procura di Pavia e condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Milano. Ma non è tutto: il profilo non combacia neppure con quello di “Ignoto 2”, già individuato in tracce ritrovate sotto le unghie della giovane. Né corrisponde a quello rilevato sulla paradesiva con l’impronta 13, una traccia compatibile con quattro dita rinvenuta sulla superficie interna della porta della cucina.

Come si arriva all’attribuzione del Dna

Il Dna estraneo è stato individuato dalla genetista Denise Albani, incaricata dal giudice, e secondo le prime indiscrezioni si tratterebbe di materiale genetico in quantità significativa, circostanza che fa supporre un contatto diretto e ravvicinato tra Chiara e l’individuo ignoto in un momento molto vicino alla sua morte. Se confermato, questo elemento potrebbe cambiare radicalmente la narrazione del delitto: non solo il coinvolgimento di soggetti diversi da Stasi, ma l’eventuale presenza di più persone sulla scena del crimine.

Non è la prima volta che questa ipotesi viene ventilata. Già in passato, la relazione autoptica firmata dal medico legale Marco Ballardini aveva evidenziato come le ferite di Chiara Poggi potessero essere state inferte da due diverse armi, una da punta e una da taglio, facendo ipotizzare il coinvolgimento di più autori materiali.

L’ipotesi più grave: il Dna lasciato nel tentativo di impedirle di urlare?

Si affacciano dunque ipotesi su come sia arrivato lì un dna “altro. Alcuni parlano di contaminazione (e, nel caso, si tratterebbe di un’eventualità gravissima, che porterebbe a pensare che qualcuno abbia toccato in maniera poco corretta dal punto di vista della prassi il cadavere di Chiara Poggi). Un ‘altra ipotesi è quella del “bloccaggio”, ovvero la possibilità che qualcuno abbia tentato di toccare la bocca di Chiara Poggi, durante una colluttazione, al fine di zittirla, magari mettendo una mano davanti alla bocca.

Le indagini, ora rianimate, si arricchiscono così di un nuovo tassello che apre scenari inediti. La scoperta del Dna maschile nella bocca della vittima, in un punto che gli inquirenti definiscono “significativo” per la dinamica dell’aggressione, potrebbe collegare la vittima a un altro soggetto presente al momento del delitto. La priorità adesso sarà identificare quel profilo genetico.

La vicenda giudiziaria di Garlasco, che sembrava chiusa con la condanna definitiva di Alberto Stasi, torna così al centro dell’attenzione, con nuovi elementi che gettano ombre e interrogativi sulla verità processuale finora accertata.

Tizzoni: “Smentito tutto, non ci sono dna”

«Non ci sono Dna di soggetti sconosciuti sulla scena del crimine e ovviamente tanto meno sul corpo di Chiara», ha dichiarato il legale dei Poggi, l’avvocato Tizzoni. Secondo lui, anzi, sarebbe «un dato totalmente destituito da qualsiasi fondamento».

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Ultimo Aggiornamento: 11/07/2025 22:07

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