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Gaza, ennesima strage di bambini: massacrati dall’esercito israeliano davanti alla clinica

Pubblicato: 11/07/2025 08:14
Gaza strage bambini clinica

Il suono che accompagna le giornate di Deir al Balah, nel cuore della Striscia di Gaza, non è quello della tregua tanto attesa nei negoziati internazionali, ma quello straziante delle urla di chi ha appena perso tutto. Bambini feriti, madri che urlano il loro dolore, corpi che giacciono a terra davanti a una clinica per l’infanzia, colpita dall’esercito israeliano mentre distribuiva latte in polvere a chi, anche in tempo di guerra, cerca di far sopravvivere i propri figli.
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L’attacco è avvenuto ieri mattina, all’incrocio di al-Zuwari, mentre un gruppo di donne con i bambini per mano attendeva l’apertura della struttura gestita da “Project Hope”. L’esplosione di un razzo israeliano, probabilmente lanciato da un drone, ha cancellato ogni attesa, lasciando solo corpi a terra e lacrime. Tra i sopravvissuti, un bambino abbraccia un sacco bianco: «Scusa mamma, scusa per quello che ti ho fatto», mormora, mentre si accusa di una colpa che non gli appartiene.

La testimonianza della giornalista Doaa Alharazee

A raccontare il momento è la giornalista palestinese Doaa Alharazee, che si trovava poco lontano. Erano le 7.15 e stava cercando un palazzo dove poter ricaricare il telefono e accedere a internet. Davanti alla clinica ha visto la fila composta da donne e bambini. «All’improvviso è caduto il razzo. La polvere ha invaso tutto, non riuscivo a muovermi, ero paralizzata. Non sono riuscita nemmeno ad aiutare i feriti», ha dichiarato.

Secondo i primi bilanci, sono morte quindici persone, tra cui dieci bambini, alcuni ancora molto piccoli. Il più giovane aveva appena due anni. Due uomini sono stati uccisi in mezzo alla strada, colpiti mentre erano fuori dalla fila di pazienti. Otto minorenni si trovano ora in terapia intensiva all’ospedale locale, molti con gravi amputazioni.

La guerra continua mentre si parla di tregua

Nella stessa giornata, il bilancio complessivo nella Striscia di Gaza ha toccato 82 vittime. Mentre a Doha si discutevano i dettagli di un possibile cessate il fuoco, sul terreno la guerra non ha mostrato alcun segnale di rallentamento. Tra i nodi da sciogliere nei negoziati: il ritiro delle truppe israeliane dal corridoio Morag, le garanzie statunitensi ad Hamas e il futuro della Gaza Humanitarian Foundation, un’organizzazione americana coinvolta negli aiuti.

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno dichiarato: «Abbiamo colpito un terrorista di Hamas coinvolto nell’assalto ai kibbutz del 7 ottobre». Le stesse fonti ammettono che “l’incidente è oggetto di indagine” e che “l’Idf si rammarica per ogni danno arrecato ai civili non coinvolti”.

guerra a gaza

Netanyahu a Washington: «Pronti alla tregua, ma non a ogni costo»

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu si trovava ieri a Washington, dove ha incontrato le famiglie degli ostaggi. Davanti a loro ha mostrato ottimismo circa una possibile tregua di 60 giorni. Ha promesso che, dal primo giorno in cui sarà attuato il cessate il fuoco, si potrà negoziare la fine del conflitto. Tuttavia, le condizioni poste da Israele sono sempre state respinte dal movimento islamista palestinese.

Nel frattempo, a Gaza, la situazione resta invariata. La guerra continua con la stessa intensità, senza distinzioni tra combattenti e civili. La tregua, attesa e discussa da mesi, rimane distante, coperta dal rumore delle esplosioni e dal pianto dei sopravvissuti.

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