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Omicidio-suicidio agghiacciante in Italia, Davide uccide la madre e poi si toglie la vita: li hanno trovati così

Pubblicato: 11/07/2025 09:26
Omicidio Milano Davide Pasqualini

Nelle prime ore del mattino, quando il quartiere è ancora immerso in un silenzio assonnato e i rumori della città sembrano lontani, ogni suono anomalo si trasforma in allarme. È stato così anche questa volta. Il tonfo improvviso, secco, ha spezzato l’aria sospesa di un condominio ancora mezzo addormentato. Nessuno immaginava che quel rumore sarebbe diventato il segno di un dramma irreversibile.
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Quando gli abitanti del palazzo si sono affacciati alle finestre, attratti dal trambusto improvviso, hanno visto il corpo a terra. Un uomo, immobile. Alcuni sono corsi fuori. Altri hanno chiamato i soccorsi. Nessuno, in quel momento, poteva sospettare che quello fosse solo l’inizio di una tragedia familiare dal dolore indicibile.

Omicidio e suicidio a Milano

Il dramma si è consumato in un grande complesso residenziale in via Scheiwiller, nella zona sud di Milano, quartiere Corvetto. L’uomo che si è lanciato dall’ottavo piano è Davide Pasqualini, 44 anni, impiegato in banca, descritto da tutti come una persona tranquilla ed educata. Solo dopo il suo suicidio, però, è stato scoperto l’orrore avvenuto nel suo appartamento.

Nell’abitazione al secondo piano, dove viveva con la madre, è stata trovata senza vita Giovanna Brusoni, 73 anni, vedova da poco più di un mese. Il corpo della donna giaceva accanto al letto, in un lago di sangue. Accanto, un grosso coltello da cucina, ancora insanguinato, abbandonato sul pavimento. Il gesto di Pasqualini, a quanto pare, si è consumato con estrema violenza: oltre dieci coltellate inferte mentre la madre dormiva.

La scena del crimine e il gesto estremo

La porta di casa era chiusa dall’interno. Polizia e soccorritori l’hanno dovuta forzare per entrare. La casa era ordinata, arredata con gusto, e non mostrava alcun segno di colluttazione. Solo il sangue e il coltello raccontavano quanto era accaduto. Poco dopo, all’interno della tromba delle scale, è stata trovata una sedia posizionata accanto a una finestra. Era lì che Pasqualini si era seduto per un momento prima di decidere di lanciarsi nel vuoto.

Gli agenti della Scientifica hanno documentato ogni dettaglio, mentre il medico legale confermava la dinamica e la brutalità del gesto. La donna è stata colpita nel sonno, senza possibilità di difendersi. Nessun rumore, nessuna richiesta d’aiuto, solo una morte silenziosa. L’ipotesi più accreditata è che il delitto sia avvenuto intorno alle 2.30, ora in cui Pasqualini ha inviato un messaggio a una conoscente: «Ho fatto una cosa brutta, mi ammazzo».

Il peso di un lutto recente

Secondo i primi riscontri, Davide Pasqualini non soffriva di patologie psichiatriche diagnosticate, ma era considerato psicologicamente fragile. La recente morte del padre, avvenuta solo un mese prima, avrebbe inciso profondamente sul suo equilibrio emotivo. Aveva confidato ad alcune persone di essere in difficoltà nel gestire le pratiche successorie e le responsabilità familiari che gli erano improvvisamente ricadute sulle spalle. Ma nulla lasciava prevedere un epilogo così drammatico.

Madre e figlio non avevano problemi economici. La loro abitazione, all’interno di uno dei condomini più curati del Corvetto, era ben tenuta. La quotidianità apparente non lasciava trapelare il tormento interiore dell’uomo, che ha agito nella notte con un gesto che ha spezzato due vite e lasciato un intero quartiere sgomento.

Le indagini in corso

Per tutta la mattina, la polizia ha proseguito con i rilievi investigativi, coordinati dal sostituto procuratore Alessandra Menegazzo. A condurre le indagini sono gli uomini dell’Ufficio prevenzione generale della Questura di Milano. Gli inquirenti stanno lavorando per ricostruire nel dettaglio le ultime ore di vita di madre e figlio, cercando elementi che possano chiarire la genesi del gesto.

Il matricidio ha scosso profondamente la comunità locale. In un quartiere spesso etichettato per le sue fragilità sociali, ma dove ancora resiste un tessuto di relazioni solide e conoscenza tra vicini, la tragedia è stata vissuta con dolore e incredulità. Resta il vuoto lasciato da due esistenze spezzate, e un interrogativo che non avrà mai risposta piena: cosa ha davvero spinto Davide Pasqualini a compiere un atto tanto definitivo e violento?

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