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“Sono stato io!”. Esplosione via Nizza, arriva la confessione di Zippo: le sue parole gelano tutti

Pubblicato: 11/07/2025 18:56
esplosione via nizza

Il tragico evento di Via Nizza a Torino, avvenuto lo scorso 30 giugno, ha scosso profondamente la comunità, lasciando dietro di sé una scia di distruzione e un profondo dolore. Al centro delle indagini e dell’attenzione mediatica c’è Giovanni Zippo, 40 anni, attualmente l’unico indagato per l’esplosione che ha devastato una palazzina residenziale.

Ricoverato nel reparto Grandi Ustionati del Cto, Zippo ha rilasciato una confessione informale che, seppur non ancora formalizzata, getta una luce inquietante sulle circostanze dell’incidente: “Sì, sono stato io, mi vergogno.” Questa ammissione arriva dopo un iniziale rifiuto di rispondere alle domande degli inquirenti, segnando una svolta significativa nelle indagini. L’esplosione ha causato la morte di Jacopo Peretti, 33 anni, e ha lasciato cinque persone ferite, testimoni di una tragedia inaudita.

Le indagini e le prove schiaccianti

Le investigazioni condotte finora hanno delineato un quadro preoccupante e, purtroppo, sempre più chiaro. L’esplosione, di violenza inaudita, ha completamente distrutto la mansarda dell’edificio e ha gravemente danneggiato altri quattro appartamenti, trasformando le vite dei residenti in un incubo. Jacopo Peretti è stato trovato senza vita sotto le macerie, strappato al sonno e alla vita in un attimo. I vigili del fuoco, giunti sul luogo, hanno rinvenuto evidenti segni di innesco chimico, un dettaglio che ha immediatamente indirizzato le indagini verso la pista dell’atto doloso.

Le telecamere di videosorveglianza si sono rivelate un elemento probatorio cruciale. Le immagini mostrano Zippo entrare nell’edificio e uscirne intorno alle 3:10 del mattino, con ustioni chiaramente visibili sul volto, una prova inconfutabile della sua presenza e del suo coinvolgimento diretto nell’evento. Ulteriore conferma è giunta dai dati del GPS dell’auto di servizio di Zippo, che hanno registrato movimenti sospetti nelle ore immediatamente precedenti e successive all’esplosione, rafforzando i sospetti degli inquirenti. La teoria prevalente è che Zippo abbia utilizzato un liquido infiammabile per appiccare il fuoco alla mansarda della sua ex compagna, con la quale aveva recentemente interrotto una relazione. Questo suggerisce un movente passionale, dettato probabilmente da vendetta o risentimento.

La confessione e il peso del rimorso

Mentre è ancora ricoverato e in fase di recupero, Giovanni Zippo avrebbe avuto dei colloqui con la madre e con il proprio avvocato. È in questi momenti privati che ha espresso il profondo rammarico e la vergogna per le sue azioni, pronunciando frasi cariche di pentimento come: “Vorrei non aver fatto nulla… mi vergogno.” Sebbene queste dichiarazioni non siano ancora state formalizzate in un interrogatorio ufficiale e quindi non abbiano ancora pieno valore legale, rappresentano un passo fondamentale verso la ricostruzione della dinamica degli eventi e un’indicazione della sua implicazione.

La Procura di Torino sta procedendo con accuse gravi: omicidio volontario con dolo eventuale e disastro doloso. La scelta del “dolo eventuale” è significativa: essa indica che, sebbene Zippo possa non aver avuto l’intenzione diretta di uccidere, era pienamente consapevole del rischio concreto che le sue azioni potessero portare alla morte di persone o a gravi danni. Gli inquirenti ritengono che il gesto sia stato motivato da una vendetta personale, un atto impulsivo e devastante che ha avuto conseguenze irreparabili. La tragedia di Via Nizza rimane una ferita aperta, un monito sulle conseguenze estreme che possono derivare da rabbia e risentimento non gestiti.

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Ultimo Aggiornamento: 11/07/2025 18:57

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