
Wimbledon non è solo ace fulminanti e volée da applausi: c’è una storia sorprendente dietro le quinte, che in pochi conoscono. Ogni anno, tra i prati perfetti dei campi inglesi, vengono utilizzate oltre 55mila palline da tennis. Colpite, schiacciate e messe alla prova dai grandi campioni, finiscono presto per essere considerate inutilizzabili.
Ma il loro viaggio non finisce qui: alcune di queste palline trovano una seconda vita davvero unica, che va ben oltre i confini dello sport. Da oltre vent’anni, infatti, Wimbledon collabora con le sedi locali delle Wildlife Trusts di Avon, Glamorgan e Northumberland, dando il via a un progetto tanto geniale quanto inatteso.
E le palline diventarono case
Non tutte le palline usate vengono riciclate o messe all’asta per beneficenza: una parte si trasforma in autentiche micro-abitazioni per i topi delle risaie (harvest mice), una specie sempre più rara nei paesaggi britannici. Un’idea che unisce pop culture, attenzione ambientale e stile green.
Come? Le palline, svuotate e adattate, diventano rifugi perfetti: impermeabili, resistenti e capienti, ideali per ospitare questi roditori minuscoli (appena 5-7 centimetri di lunghezza per 4-6 grammi di peso) e proteggerli da predatori e intemperie.

Un esempio perfetto di riciclo intelligente e rispetto per la natura. Queste abitazioni su misura sono nate per il gioco ma si sono trasformate in simbolo di attenzione alla biodiversità e cura del territorio. Un gesto semplice, ma potente, che racconta il lato più sensibile di uno dei tornei più iconici del mondo.
Anche questo, a modo suo, è Wimbledon: un luogo dove tradizione, innovazione e amore per l’ambiente si incontrano, lasciando un segno che va ben oltre i confini dello sport.