
Il delitto di Garlasco, che ha scosso l’Italia nel 2007, continua a essere un caso di grande rilevanza, alimentato da continue speculazioni e atti sciacallaggi. Dopo 18 anni, di recente è emerso un episodio che ha destato sdegno: qualcuno ha deciso di mettere in vendita le immagini dell’autopsia di Chiara Poggi, la 26enne uccisa nella sua casa di Garlasco. Per questo crimine, il suo ex fidanzato Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva.
Il provvedimento urgente del Garante per la Privacy
In risposta a questa vicenda, il Garante per la Privacy ha adottato un provvedimento urgente, deciso d’ufficio, per impedire che le immagini dell’autopsia vengano diffuse ulteriormente. L’Autorità ha deciso di bloccare il soggetto – ancora non identificato – che stava mettendo a disposizione online, a pagamento, un video contenente tali immagini. Il Garante ha anche avvertito che potrebbero essere presi provvedimenti sanzionatori contro chi violerà la legge.

La protezione della dignità della vittima e dei suoi familiari
Il Garante ha ribadito che la diffusione di tali immagini è un atto illecito, in contrasto con le normative deontologiche dei giornalisti e con le leggi sulla privacy. L’Autorità ha rivolto un appello a tutti i media e i siti web, invitandoli ad astenersi dalla diffusione delle immagini, che potrebbero causare un danno irreparabile alla dignità della vittima e dei suoi familiari. «La diffusione di tali immagini, considerando la violenza esercitata nei confronti della vittima, lederebbe gravemente la sua dignità e quella dei suoi cari», ha sottolineato il Garante.
Il caso di Chiara Poggi, ancora oggi, continua a suscitare emozioni forti. La sua morte è stata un episodio traumatico che ha coinvolto non solo la famiglia della giovane, ma anche l’intera comunità. Alberto Stasi, condannato per l’omicidio, continua a essere al centro delle polemiche, alimentando speculazioni e attacchi nei suoi confronti. La recente decisione di mettere in vendita le immagini dell’autopsia non fa che aggiungere dolore e angoscia a una storia che già ha causato immenso dolore.
La pronta reazione del Garante per la Privacy, volta a proteggere la dignità delle persone coinvolte, è fondamentale per garantire che la giustizia e il rispetto per la privacy prevalgano in situazioni delicate come questa.