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Raid russi da est a ovest, esplosioni nella notte in Ucraina. Trump: “Le armi a Kiev passeranno dalla Nato”

Pubblicato: 12/07/2025 08:33

Una notte di esplosioni, sirene e terrore ha attraversato l’intera Ucraina, da est a ovest, in quello che è stato uno degli attacchi più ampi e coordinati delle ultime settimane. La Russia ha colpito con una nuova ondata di missili da crociera e droni kamikaze diverse aree del Paese, anche molto distanti dalla linea del fronte. Le esplosioni sono state segnalate nella capitale Kiev, ma anche nelle città occidentali di Leopoli, Lutsk e Chernivtsi, oltre che a Kharkiv, nell’est. Si tratta di aree che, pur non essendo al centro degli scontri diretti, rappresentano punti strategici per la logistica ucraina e per la tenuta del sistema energetico nazionale.

A Leopoli, un vasto incendio è divampato in una zona non residenziale colpita da un drone, ferendo almeno quattro persone, come confermato dal capo dell’amministrazione militare regionale, Maksym Kozytsky. Le autorità locali stanno verificando se vi siano strutture civili o depositi coinvolti. La città, già duramente provata in passato, si risveglia ancora una volta tra fumo, vetri infranti e sirene d’allarme. A Kiev l’allerta antiaerea è durata per ore, con le difese che hanno cercato di intercettare i vettori in arrivo.

L’obiettivo è destabilizzare anche le retrovie

L’offensiva russa, ancora una volta, appare costruita per colpire le retro vie e mantenere un clima di instabilità e insicurezza in tutto il territorio ucraino. È una strategia che, più che puntare a risultati militari immediati, sembra voler logorare la resistenza interna del Paese e mettere pressione agli alleati occidentali.

Intanto dagli Stati Uniti, dove l’attenzione sull’Ucraina è sempre più filtrata dal contesto elettorale, arrivano dichiarazioni destinate a suscitare reazioni. Il presidente Donald Trump, intervistato dai media americani, ha annunciato che le forniture di armi americane non andranno direttamente a Kiev, ma verranno trasferite alla Nato, che poi deciderà cosa farne. “Mandiamo le armi alla Nato e la Nato rimborserà l’intero costo di quelle armi, il 100%”, ha detto, aggiungendo che lunedì potrebbe arrivare una dichiarazione importante sulla Russia.

Il piano Usa: armi vendute agli alleati Nato

Le parole di Trump confermano l’indiscrezione pubblicata da Axios, secondo cui la nuova strategia dell’amministrazione americana consisterebbe nella vendita agli alleati europei di sistemi d’arma — inclusi, secondo alcune fonti, anche armamenti offensivi — con l’accordo che siano poi loro a girarle all’Ucraina. Due funzionari statunitensi citati da Axios hanno provato a ridimensionare l’operazione sul piano diplomatico, sostenendo che non si tratti di “armare direttamente Kiev”, ma di fornire strumenti difensivi alla Nato. “Non stiamo mandando armi all’Ucraina”, ha detto uno dei funzionari. “Le mandiamo all’Alleanza. Sarà poi la Nato a decidere come impiegarle”.

In realtà, il meccanismo appare come un escamotage politico e retorico. A dirlo con chiarezza è stato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha liquidato la novità con cinismo: “Si tratta di affari. La sostanza non cambia. L’Ucraina continua ad essere rifornita di armi, solo attraverso un passaggio intermedio”. Le parole di Peskov evidenziano come, dal punto di vista di Mosca, il nuovo schema americano non alteri gli equilibri né riduca il supporto militare a Kiev.

Lavrov rilancia l’asse con Pyongyang

Sul piano internazionale, Mosca cerca invece di rafforzare i legami con i propri alleati storici. Proprio in queste ore, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, in visita in Corea del Nord, ha confermato che il presidente Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un sono “in contatto costante”. Secondo Lavrov, i due capi di Stato si scambiano regolarmente messaggi diretti e stanno valutando “nuovi incontri bilaterali”, anche se data e luogo verranno concordati in seguito. “Nessuno fermerà questa modalità di dialogo”, ha detto il capo della diplomazia russa, lasciando intendere che l’asse Mosca-Pyongyang resta solido e operativo, anche in funzione anti-occidentale.

L’attacco notturno sull’Ucraina, la tensione crescente con la Nato e l’intensificarsi dei rapporti con regimi isolati come quello nordcoreano indicano che la guerra non si sta spegnendo, ma si sta al contrario allargando in profondità, trasformandosi sempre più in una sfida globale. A Kiev, i blackout e i boati della notte sono l’ennesima dimostrazione che, sotto le diplomazie e le dichiarazioni, continua una guerra vera. E chi la subisce ogni notte lo sa fin troppo bene.

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