
L’estate 2025 segna un nuovo episodio di allarme sanitario legato alla qualità delle acque marine italiane. In un periodo in cui le coste vengono frequentate da migliaia di bagnanti, le autorità sono chiamate a intervenire con tempestività in caso di contaminazioni. Il superamento dei limiti microbiologici previsti dalla legge comporta inevitabilmente l’attivazione di misure restrittive, volte a tutelare la salute pubblica e a prevenire rischi epidemiologici.
Situazioni come questa richiamano l’attenzione sull’importanza di sistemi di monitoraggio ambientale affidabili e continui. Le piogge improvvise, i cambiamenti climatici e la pressione turistica possono alterare rapidamente l’equilibrio delle acque costiere, rendendo necessario l’intervento delle autorità sanitarie. In questi casi, la prevenzione e la comunicazione tempestiva diventano strumenti fondamentali per garantire sicurezza ai cittadini e trasparenza nell’informazione.
Escherichia Coli oltre i limiti: scatta l’ordinanza

Il caso più recente riguarda La Licciola, celebre località balneare nel Comune di Santa Teresa Gallura, dove è stato disposto un divieto di balneazione a causa della presenza anomala di Escherichia Coli nelle acque marine. L’ordinanza, firmata l’11 luglio 2025, è scattata dopo i risultati delle analisi condotte dall’ARPAS (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna), che hanno evidenziato livelli fuori norma del batterio.
I campioni, prelevati l’8 luglio presso la stazione di monitoraggio B144ss, hanno segnalato 885 unità/100 ml di Escherichia Coli, ben oltre il limite di legge fissato a 500. I valori degli Enterococchi intestinali si sono mantenuti invece entro la soglia, con 137 unità/100 ml rispetto al massimo consentito di 200. L’analisi è stata condotta dal laboratorio ARPAS di Sassari, diretto ad interim da Rosina Anedda.
Costa interdetta per 2,6 km: ecco dove

Alla luce dei dati raccolti, il Comune ha applicato quanto previsto dalla normativa vigente, vietando temporaneamente la balneazione lungo un tratto di costa di 2.667 metri, delimitato da coordinate Gauss-Boaga. L’area interessata è nota per la limpidezza del suo mare ed è una meta molto frequentata dai turisti, specialmente nei mesi estivi.
Piogge eccezionali all’origine dell’inquinamento

La riapertura alla balneazione potrà avvenire solo dopo nuovi prelievi che certifichino il rientro dei parametri nei limiti di sicurezza. Fino ad allora, l’accesso al mare in quel tratto resterà vietato. L’ARPAS continuerà a monitorare la situazione nei prossimi giorni. Intanto, l’amministrazione comunale invita i cittadini alla massima prudenza e collaborazione, evitando ogni forma di esposizione nelle acque interdette.
Secondo le prime valutazioni, non si tratterebbe di guasti agli impianti fognari o depurativi. Le autorità locali attribuiscono il superamento dei parametri a piogge eccezionali che hanno interessato l’area nei giorni precedenti. In questi casi, è noto che le precipitazioni abbondanti possono favorire il trasporto in mare di sostanze inquinanti tramite corsi d’acqua o sistemi di scarico non più in grado di reggere i carichi idrici.
Le misure adottate: segnaletica, controlli e comunicazioni ufficiali
L’ordinanza del sindaco si basa sugli articoli 50 e 54 del D.Lgs. 267/2000 e prevede l’installazione immediata di segnaletica per informare bagnanti e turisti, oltre alla trasmissione dei dati al Ministero della Salute tramite il portale NSIS. Inoltre, sono stati avviati ulteriori controlli ambientali per individuare con precisione la fonte dell’inquinamento e predisporre eventuali interventi correttivi.