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“Centinaia di feti”. La scoperta agghiacciante, poi l’orrore nell’orrore: “Figli del peccato”

Pubblicato: 14/07/2025 18:03

Alcune ferite della storia restano aperte per decenni, nascoste sotto il silenzio e l’omertà di istituzioni che avrebbero dovuto proteggere e accogliere. Ma quando la verità inizia a emergere, anche dopo molto tempo, diventa impossibile ignorarla. È ciò che accade quando la memoria collettiva si unisce al coraggio di chi, contro ogni ostacolo, decide di cercare giustizia.

Ci sono episodi che toccano in profondità l’identità di una nazione, sollevando interrogativi non solo sul passato, ma anche su come quel passato venga affrontato oggi. È il caso di una vicenda che ha scosso l’Irlanda e che si prepara ora a un nuovo e decisivo passo verso la verità.

A Tuam iniziano gli scavi: si cercano i resti di 796 bambini

Lunedì 14 luglio 2025, una squadra di specialisti forensi irlandesi e internazionali darà inizio agli scavi di una fossa comune a Tuam, nella contea di Galway. Si ritiene che in quel luogo siano stati sepolti i resti di 796 neonati, morti tra il 1925 e il 1961 nell’ambito di una rete di istituzioni create dalla Chiesa cattolica e dallo Stato irlandese, in cui venivano rinchiuse e isolate le donne non sposate considerate “immorali”.

Tra le tante “case madre e bambino”, quella di Tuam era una delle più tristemente note. Ragazze e giovani donne venivano internate per aver avuto gravidanze fuori dal matrimonio e costrette a partorire in condizioni drammatiche. I bambini venivano spesso separati dalle madri con la forza, e molti non sopravvivevano. «I loro resti furono gettati via», ha raccontato Annette McKay, figlia di una di quelle donne, che oggi chiede che si faccia piena luce su quanto accaduto.

Il coraggio di una storica ha rotto il silenzio

L’orribile verità è venuta alla luce grazie al lavoro di Catherine Corless, storica locale, che ha scoperto la mancanza di certificati di sepoltura per centinaia di bambini morti a Tuam. La sua ricerca ha dimostrato che i corpi erano stati gettati in una vecchia cisterna fognaria dismessa. All’inizio, le sue denunce furono ignorate o minimizzate: le Suore del Buon Soccorso, che gestivano l’istituto, negarono ogni responsabilità.

Ma la pressione delle famiglie delle vittime e delle sopravvissute non si è mai fermata. Ora, dopo anni di battaglie, gli scavi avranno finalmente inizio, con l’obiettivo di ridare dignità e verità a centinaia di vite scomparse nell’indifferenza.

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Ultimo Aggiornamento: 14/07/2025 18:08

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