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Garlasco, i risultati degli esami nella bocca di Chiara Poggi: la scoperta cruciale

Pubblicato: 14/07/2025 17:33

È una giornata cruciale per il caso irrisolto più discusso degli ultimi vent’anni in Italia. Sono arrivati i risultati dei nuovi accertamenti disposti dal giudice sulle prove genetiche legate all’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, in provincia di Pavia. Al centro delle nuove analisi, un tampone orofaringeo contenente una traccia di DNA sconosciuto, sottoposta a verifica nell’incidente probatorio che si è tenuto oggi.

La nuova analisi è stata condotta su cinque prelievi dalla genetista Denise Albani, nominata come perita dal giudice per le indagini preliminari, Daniela Garlaschelli. Obiettivo: stabilire se quel cromosoma Y rilevato sul tampone appartenga a un soggetto maschile ignoto, dunque diverso sia da Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara condannato e ormai uscito dal carcere, sia da Andrea Sempio, l’attuale indagato nel nuovo filone d’inchiesta.

Le risultanze preliminari escludono anche altri soggetti già noti agli inquirenti. La traccia non corrisponde infatti né ai membri della famiglia Poggi (padre e fratello della vittima), né ai tre amici di Sempio – Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti – già sottoposti a campionamento genetico nei mesi scorsi ma mai formalmente indagati.


Questo elemento, se confermato, introduce una variabile inedita nell’inchiesta: un profilo genetico maschile mai identificato in precedenza, che potrebbe riaprire scenari investigativi finora trascurati. Nell’ipotesi accusatoria della Procura pavese, Sempio potrebbe non aver agito da solo: si fa strada la possibilità di un concorso con terzi ancora ignoti.

La Procura dovrà ora stabilire se quella traccia genetica sia compatibile con contaminazioni ambientali o se rappresenti effettivamente un elemento di novità sostanziale, tale da riaprire formalmente le indagini in una direzione completamente diversa da quella che ha portato alla condanna definitiva di Stasi.

Il caso di Chiara Poggi ha sempre diviso l’opinione pubblica, soprattutto per le molte zone d’ombra rimaste anche dopo le sentenze definitive. La nuova pista genetica potrebbe rimettere in discussione uno dei processi più controversi della cronaca giudiziaria italiana, ponendo nuovi interrogativi sulla dinamica dell’omicidio.

L’incidente probatorio ha seguito un ritmo serrato: per tutta la giornata sono stati esaminati i materiali raccolti all’epoca dei fatti, confrontandoli con i nuovi campioni e con i profili già presenti nel database investigativo. Nei prossimi giorni, la perizia completa verrà depositata in Procura.

Se confermata la presenza di un DNA “fantasma”, gli investigatori torneranno a scavare nella vita di Chiara Poggi, cercando legami nascosti o contatti indiretti con persone fino ad oggi mai finite sotto la lente degli inquirenti. Potrebbe essere l’inizio di una nuova fase dell’indagine, a diciotto anni dal delitto.

La famiglia Poggi, che ha sempre chiesto rispetto e silenzio, osserva con prudenza. Ma l’intero Paese torna a guardare a Garlasco, con la speranza che questa volta la verità giudiziaria possa finalmente coincidere con quella storica.

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