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Patriot americani all’Ucraina, ma li paga l’Europa: il piano Trump pesa su di noi

Pubblicato: 14/07/2025 07:43

È una mossa che riscrive le dinamiche dell’assistenza militare occidentale a Kiev: gli Stati Uniti invieranno sistemi di difesa Patriot all’Ucraina, ma a pagare saranno gli europei. L’annuncio è arrivato direttamente dal presidente Donald Trump, che nella serata di ieri ha confermato il piano davanti ai giornalisti. “Non ho ancora concordato il numero – ha detto – ma ne avranno un po’ perché hanno bisogno di protezione. L’Unione Europea pagherà. Noi non pagheremo nulla, ma li invieremo”.

Una dichiarazione che, pur lasciando ancora margini di ambiguità sull’entità dell’impegno americano, chiarisce il nuovo approccio dell’amministrazione: gli Stati Uniti forniranno la tecnologia e il mezzo, ma il costo ricadrà su Bruxelles. Il piano rientrerebbe in una più ampia strategia di ribilanciamento della spesa NATO, già discussa durante il recente vertice all’Aia, dove i Paesi membri si sono impegnati a destinare il 5% del Pil alla difesa. Il segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte, è atteso oggi a Washington proprio per definire i dettagli di questo nuovo meccanismo: armi statunitensi acquistate dall’Europa e poi distribuite dalla Nato all’Ucraina. Nella capitale americana arriverà anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, per una serie di incontri istituzionali legati a questi sviluppi.

Raffiche intorno a Zaporizhzhia

Ma intanto sul campo la guerra continua a infiammarsi, in particolare intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, dove nella notte si sono registrate raffiche di colpi d’arma da fuoco, come denunciato dall’Aiea. Il direttore generale Rafael Grossi ha parlato di “centinaia di colpi sparati per circa un’ora” e ha ribadito che qualsiasi attività militare attorno a un impianto nucleare è inaccettabile. I tecnici dell’Agenzia hanno trovato bossoli vicino ai reattori 5 e 6, segno che lo scontro tra le forze russe e ucraine si stia ormai avvicinando pericolosamente ai cuori sensibili dell’impianto. Una situazione definita “chiaramente pericolosa per la sicurezza nucleare”.

Il presidente Trump avrebbe espresso irritazione per i crescenti attacchi contro i civili da parte della Russia. A confermarlo è anche la pressione crescente all’interno dell’amministrazione per rispondere a Putin con nuove sanzioni secondarie o un rafforzamento del supporto economico e militare a Kiev. Il tutto in un quadro diplomatico sempre più complesso, dove Mosca tenta di rallentare le mosse americane sostenendo, per interessi propri, la proposta di Trump di includere l’Iran in un accordo sul nucleare che ne blocchi definitivamente l’arricchimento dell’uranio.

Se confermato nei prossimi giorni, il nuovo schema di forniture – con gli USA produttori e l’Europa pagante – potrebbe rappresentare una svolta operativa nella logistica bellica della NATO e soprattutto un segnale politico: il sostegno all’Ucraina continuerà, ma gli Stati Uniti ne rimodulano il peso economico. Un modo per rassicurare Kiev, ma anche per mandare un messaggio forte agli alleati: la difesa comune, ora, va finanziata da tutti.

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