
La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno, un’eco dolorosa che ha attraversato i cieli che tanto amava e che per anni ha contribuito a rendere accessibili a tutti. Marco, il “Brigadiere Capo Qualifica Speciale Marco Basilio Schenetti”, per tutti semplicemente “Skin”, ha concluso il suo ultimo volo all’età di 57 anni. Non è stato un lancio tra le nuvole, ma una caduta inaspettata e crudele. Un uomo che aveva fatto della passione per il paracadutismo un ponte verso l’infinito per chiunque, specialmente per coloro che credevano di non poter mai spiccare il volo, ha ora lasciato un vuoto incolmabile.
Il destino, a volte, si accanisce con una brutalità inspiegabile. Il suo calvario era iniziato lo scorso marzo, e nonostante le difficoltà, lui, l’uomo dei cieli, aveva affrontato ogni ostacolo con la determinazione che lo contraddistingueva. Si era lanciato in quella battaglia con la stessa disciplina con cui si preparava a ogni lancio, con la speranza incrollabile di tornare a vivere pienamente. Ma il 2 luglio scorso, un improvviso arresto cardiaco lo ha gettato in un coma dal quale non si è più risvegliato. Il suo corpo, un tempo leggero come una piuma tra le correnti, ha ceduto, ma il suo spirito, la sua incredibile generosità, continueranno a planare nei cuori di chi lo ha conosciuto.

Addio a Marco Schenetti, una vita al servizio
La vita di Marco è stata un intreccio di coraggio, dedizione e una passione sconfinata per il volo. Dopo aver prestato servizio come paracadutista del 1° Reggimento Tuscania a Livorno, un’unità d’élite che forma uomini d’acciaio e cuori impavidi, Marco aveva scelto di mettere le sue abilità al servizio della giustizia. Era passato a Modena, diventando carabiniere investigatore, un ruolo dove la sua perspicacia e il suo impegno erano rivolti alla lotta contro la criminalità e lo spaccio, proteggendo la società da chi cercava di inquinarla. Una transizione che dimostra la sua versatilità e il suo profondo senso del dovere, un uomo capace di librarsi tra le nuvole e di radicarsi nella realtà più cruda per difendere i valori in cui credeva.
Con migliaia di lanci all’attivo e tutte le qualifiche immaginabili come istruttore, Marco avrebbe potuto accontentarsi di vivere la sua passione in solitudine o con pochi eletti. Invece, nel 2018, un’emozione forte e inattesa lo ha spinto a fondare l’associazione “Veramente Abili ASD”. Questa non era una semplice associazione sportiva dilettantistica, ma un faro di speranza, un sogno realizzato per chi non poteva sognare di volare.
L’idea, come aveva raccontato lui stesso a Thewisemagazine, era nata da un incontro toccante: “Una persona mi aveva contattato per fare un lancio in tandem, ovvero in coppia. Questa ragazza presentava però un’importante disabilità fisica. Le ho fatto costruire un’imbragatura su misura da una ditta statunitense e nel giro di un mese la ragazza era sull’aereo, pronta a saltare”. Quella lacrima di gioia, quella scintilla negli occhi di una persona che scopriva la libertà del cielo per la prima volta, gli era “entrata nella spina dorsale”. È stato il catalizzatore, la spinta inarrestabile che lo ha portato a dedicare gli ultimi anni della sua vita a far sì che persone con disabilità potessero vivere l’emozione inebriante del volo, rimanendo un punto di riferimento e presidente dell’associazione fino all’ultimo respiro.

L’eredità di un gigante
La morte di Marco lascia un vuoto profondo non solo nella sua famiglia e tra i suoi amici, ma in tutta la comunità che ha beneficiato della sua straordinaria visione. La sua salma sarà accompagnata nel giorno dei funerali da quel gruppo di paracadutisti del “Plotone Quota 105”, con il quale aveva condiviso un lancio commemorativo su El Alamein, in Egitto, il 23 ottobre 2023. Un ultimo commovente omaggio da parte dei suoi compagni di cielo, un simbolo della fratellanza che si crea solo tra chi condivide il brivido del lancio e l’amore per l’ignoto.
Marco non è stato solo un carabiniere o un paracadutista; è stato un pioniere, un visionario, un uomo che ha dimostrato che la disabilità non è un limite insormontabile quando c’è la volontà e la generosità di chi ti affianca. La sua eredità non è fatta solo di lanci riusciti, ma di sorrisi, di lacrime di gioia, di paure superate e di un senso di libertà che ha donato a innumerevoli persone. Continuerà a vivere in ogni volo, in ogni sorriso, in ogni brivido che le persone con disabilità potranno ancora provare grazie alla sua “Veramente Abili ASD”. Il cielo ha un nuovo angelo, e la terra un eroe in meno. Ma la sua lezione, il suo esempio, continueranno a volare alti, ispirando tutti coloro che credono che con passione, dedizione e un pizzico di follia, ogni limite può essere superato.