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Antonella, 77 anni, morta dopo 48 ore su una barella: aperta un’inchiesta per omicidio colposo

Pubblicato: 15/07/2025 21:34

Per due giorni interi è rimasta su una barella al pronto soccorso, colpita da un’ischemia cerebrale e in attesa di un posto letto. Quindici giorni dopo, Antonella Mettini, 77 anni, residente a Carsoli, è morta per un arresto cardiaco. Ora, su quanto accaduto, la Procura di Avezzano ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo in ambito sanitario.

A presentare la denuncia è stato il figlio della donna, il giornalista Francesco Capozza, che in un lungo post sui social ha chiesto giustizia per sua madre: «Non chiedo vendetta, ma la verità. Mia madre meritava rispetto, ascolto e cura. Voglio che nessun altro debba vivere una vicenda simile».

Dal gonfiore alle gambe all’ischemia

Tutto comincia a fine maggio, quando la signora Mettini lamenta forti dolori e gonfiore alle gambe. Viene portata all’ospedale di Tagliacozzo, dove viene ricoverata e sembra iniziare una ripresa lenta ma progressiva. Il 25 giugno, però, le sue condizioni peggiorano improvvisamente: perde l’uso del braccio e della gamba sinistra. Viene trasferita d’urgenza ad Avezzano, dove una Tac conferma l’ischemia, per fortuna senza danni cognitivi.

Nonostante la diagnosi, viene lasciata su una barella del pronto soccorso per 48 ore, senza un posto letto disponibile. Il 28 giugno arriva finalmente il trasferimento in reparto, in geriatria.

Il trasferimento negato e l’alimentazione compromessa

Secondo quanto racconta il figlio, i medici in un primo momento avrebbero promesso un rientro della donna a Tagliacozzo, per poi negare all’ultimo momento la possibilità del trasferimento. Di fronte all’alternativa di dimettere la madre a proprio rischio, Capozza accetta che resti ad Avezzano, seppur con forti dubbi.

Nei giorni seguenti, Antonella inizia a rifiutare il cibo. Il figlio, preoccupato, chiede un trasferimento in una struttura più attrezzata. Ma la risposta dei sanitari, contenuta nella denuncia, lo lascia senza parole: avrebbero detto di voler capire se «il cibo ospedaliero non le piace» oppure se vi sia una causa clinica più grave. «Una frase scioccante», la definisce Capozza.

L’infezione e il peggioramento finale

Il 7 luglio, una risonanza magnetica rivela la necessità di un intervento chirurgico per liberare le carotidi parzialmente ostruite. Ma l’operazione non viene eseguita. Il giorno seguente, l’8 luglio, viene diagnosticata un’infezione. Il 9 luglio, Antonella Mettini muore per arresto cardiaco improvviso.

Procura al lavoro: autopsia e responsabilità

La denuncia ha portato all’apertura di un fascicolo da parte della Procura di Avezzano, con l’ipotesi di omicidio colposo al momento a carico di ignoti. Gli inquirenti dovranno stabilire se vi siano state negligenze, ritardi o sottovalutazioni nella gestione sanitaria, in particolare nella fase post-ischemia e durante la degenza in geriatria.

Decisiva sarà l’autopsia, già disposta, che dovrà accertare le cause esatte del decesso e fornire riscontri per valutare eventuali responsabilità da parte del personale sanitario coinvolto. Una vicenda che solleva ancora una volta interrogativi profondi sulle condizioni del sistema sanitario e sulla dignità delle cure nei momenti più fragili della vita.

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