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Dipendenti stuprate nell’hotel, i ricatti, cosa succedeva nello “stanzino”

Pubblicato: 15/07/2025 20:17

Un albergo elegante noto tra i turisti per la posizione strategica e i servizi, si trasforma – secondo quanto emerso dalle denunce – nello scenario di una vicenda agghiacciante: molestie sessuali, ricatti, degrado e silenzi. L’inchiesta condotta dalla Procura partenopea ruota intorno a due manager dell’hotel Oriente, già licenziati dalla struttura, e a una serie di comportamenti che – se confermati – configurerebbero una cultura tossica e predatoria ai danni delle lavoratrici.

Due dipendenti, rappresentate dagli avvocati Amedeo Di Pietro e Danilo D’Andrea, hanno sporto denuncia sostenendo di essere state per anni vittime di violenze e abusi sessuali sistematici, subiti in ogni angolo dell’hotel: ascensori, spogliatoi, stanze di servizio e persino ripostigli. Le due donne, in condizioni economiche precarie, avrebbero sopportato gli abusi anche per timore di perdere il lavoro. Una di loro ha parlato esplicitamente di essere finita sotto ricatto, e di aver subito un demansionamento.

Le testimonianze chiamano in causa un contesto più ampio. Le denunciatrici riferiscono che altre colleghe avrebbero lasciato il posto di lavoro per evitare abusi simili e che molestare le dipendenti era considerato normale. Tra i nomi emersi, anche quello di una collega morta suicida, circostanza che – pur senza un nesso diretto accertato – rafforza il quadro di un ambiente lavorativo insostenibile. Una delle donne ha fornito agli investigatori chat, foto e messaggi Whatsapp archiviati su tre diversi cellulari.

Una delle due, per tentare di uscire dal circolo degli abusi, racconta di aver accettato una relazione sentimentale con uno degli indagati, sperando che questo ponesse fine alle molestie. Ma l’effetto è stato l’opposto: «Dalla padella alla brace», avrebbe confidato, descrivendo una dinamica fatta di pressioni sessuali, messaggi offensivi e insulti continui. Un’escalation che, secondo quanto afferma, l’ha portata vicina al suicidio nel 2023.

La seconda lavoratrice, più giovane, spiega di aver subito atti sessuali in uno stanzino dell’hotel su pressione di uno dei manager, poi anche in ascensore e altri ambienti. Racconta che, nonostante i suoi ripetuti rifiuti, gli abusi sarebbero proseguiti, aggravati dal timore di essere licenziata. Anche l’altro superiore, più in alto nella gerarchia aziendale, avrebbe esercitato su di lei pressioni sessuali. La giovane – impegnata a sostenere una madre gravemente malata – ha parlato di frequenti crisi d’ansia, notate anche dai colleghi.

L’inchiesta è in pieno svolgimento. Gli investigatori stanno verificando le dichiarazioni, acquisendo testimonianze e materiale probatorio. Nel frattempo, la proprietà dell’hotel ha già disposto il licenziamento dei due indagati, ma l’interrogativo resta: come è stato possibile che tutto questo accadesse, nel silenzio di tutti, per così tanto tempo?

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Ultimo Aggiornamento: 15/07/2025 20:30

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