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Alga tossica in crescita sulle coste italiane: sintomi, rischi e regioni più colpite

Pubblicato: 15/07/2025 17:39

Una minaccia silenziosa si sta diffondendo lungo le coste italiane. L’Ostreopsis ovata, una alga tossica favorita dal caldo e dal mare calmo, sta proliferando in modo preoccupante in diversi litorali del nostro Paese. I recenti controlli delle agenzie regionali per la protezione ambientale (ARPA) confermano che il fenomeno coinvolge ormai molte aree, con la Liguria in prima linea, ma allarmi anche in Toscana, Puglia e Sicilia.

Come si manifesta l’alga tossica

Anche se a occhio nudo può sembrare innocua, l’Ostreopsis ovata si fa notare durante la sua fioritura: l’acqua si intorbida, compaiono chiazze schiumose e l’aspetto del mare cambia. Il vero pericolo però è rappresentato dalle tossine che questa microalga produce. Chiamate ovatossine, sono simili alle temute palitossine e possono causare una vasta gamma di sintomi: dalle semplici irritazioni cutanee o respiratorie, a malesseri più seri come febbre, nausea e stanchezza. Particolarmente vulnerabili sono le persone con allergie o asma, che possono subire effetti più gravi.

Concentrazioni e rischi per la salute

Scatta l’allerta quando si registrano tra 10.000 e 30.000 cellule per litro, soprattutto se il clima resta stabile per più di una settimana. Nei casi peggiori, oltre le 100.000 cellule/litro, il rischio sanitario cresce anche senza vento o onde. Non sono solo i bagnanti o chi consuma pesce e frutti di mare a rischio: la tossina può essere inalata semplicemente stando in spiaggia, trasportata dagli spruzzi e dal vento. Proprio per questo, le autorità sanitarie consigliano la massima prudenza, specie nelle giornate ventose quando l’aerosol marino può aumentare l’esposizione.

Dove è stata rilevata l’Ostreopsis ovata

I dati raccolti dalle ARPA regionali raccontano una situazione da non sottovalutare. In Liguria, concentrazioni superiori a 10.000 cellule/litro sono state riscontrate da Bordighera a San Lorenzo al Mare e, verso est, da Genova Levante a Sestri Levante. In Toscana, il litorale di Massa ha superato i 18.000 cellule/litro, mentre alla foce del Ricortola la situazione sembra più sotto controllo. In Puglia, Bisceglie e Otranto sono sorvegliate speciali ma attualmente sotto soglia, anche se la presenza dell’alga è stata confermata. In Sicilia, sono stati segnalati valori oltre i limiti a Erice e Palermo, dove a Vergine Maria si è toccato il livello critico di 27.000 cellule/litro.

Un fenomeno in espansione e i sintomi da non sottovalutare

La diffusione dell’alga tossica non è una novità per i nostri mari, ma quest’anno l’estensione è particolarmente ampia: secondo i dati più recenti, la presenza dell’Ostreopsis ovata è stata accertata in 11 regioni su 15 con sbocco sul mare. Emilia Romagna, Marche, Molise e Veneto sono per ora indenni, ma la situazione potrebbe cambiare se il clima dovesse restare favorevole alla fioritura.

Cosa fare in caso di esposizione

Il caldo persistente e la mancanza di onde favoriscono la crescita dell’alga, mentre correnti e ricambio d’acqua la ostacolano. I sintomi dell’esposizione all’ovatossina variano da tosse, bruciore alla gola, mal di testa e congiuntivite a forme più gravi nei soggetti sensibili. Di solito, allontanarsi dalla zona contaminata basta per far regredire i disturbi. Tuttavia, se i sintomi persistono o si sospetta un’intossicazione alimentare, è essenziale consultare il medico o recarsi al pronto soccorso.

Le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità – contenute nel Rapporto ISTISAN 14/19 – ribadiscono l’importanza di monitoraggio costante, informazione tempestiva e possibili interdizioni alla balneazione nei casi più gravi. Il mare, a volte, nasconde insidie invisibili: conoscere il fenomeno è il primo passo per difendersi.

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