
C’è un momento, durante certe giornate d’estate in Italia, in cui il silenzio cambia forma. Non è più quello della quiete della natura, né il silenzio sereno di una casa vuota mentre qualcuno è fuori per una passeggiata. Diventa qualcosa di più denso, che pesa nell’aria e si insinua nei pensieri. È il silenzio che nasce dall’assenza inattesa, quando l’orologio avanza e chi doveva tornare non torna. Si comincia con una telefonata, poi un messaggio, magari un’altra chiamata più insistente. E intanto, cresce la tensione. Una tensione che non urla, ma si insinua piano, fino a diventare angoscia.
Leggi anche: Tragedia in montagna, Ugo disperso da giorni: arriva la notizia peggiore
Per chi resta ad aspettare, ogni minuto in più è un passo verso l’allarme. All’inizio si cerca di razionalizzare: sarà senza campo, avrà perso la cognizione del tempo. Ma poi si scende in strada, si guarda verso il sentiero, si prova a immaginare l’ultimo tratto percorso. E lì, tra il bosco e il cielo, il sospetto si trasforma in paura. Quando un’escursione si prolunga oltre il previsto e le comunicazioni si interrompono, il pensiero corre veloce verso il peggio. È allora che l’assenza smette di essere normale.
Dramma in montagna, muore turista tedesco di 60 anni
Un’escursione in solitaria si è trasformata in tragedia per un turista tedesco di 60 anni, in vacanza insieme alla moglie sul lago di Como. L’uomo era partito nel pomeriggio di lunedì per una camminata tra i sentieri dei monti dell’Erbese, nel territorio del comune di Barni, ma non ha mai fatto ritorno.
La moglie, preoccupata per il suo mancato rientro e non riuscendo più a contattarlo al telefono, ha dato l’allarme nel tardo pomeriggio. Poco prima della scomparsa, l’uomo aveva inviato alcune foto del paesaggio dal sentiero che stava percorrendo, poi le comunicazioni si sono interrotte. Da lì sono partite le operazioni di soccorso, con la speranza di trovarlo ancora in vita.

Le ricerche e il ritrovamento
I carabinieri hanno immediatamente allertato i vigili del fuoco e il soccorso alpino. Attorno alle 19 di lunedì è stato attivato l’intervento di una squadra del distaccamento di Canzo, che si è mossa con due mezzi lungo il versante montuoso. Gli operatori hanno individuato quasi subito l’auto del turista, parcheggiata nei pressi del sentiero.
Alle ricerche si sono uniti gli specialisti del nucleo speleo alpino fluviale e della squadra Tas, che utilizza strumenti come i droni e il sistema Imsi catcher per la localizzazione dei dispersi. Complessivamente, sono stati impegnati venti operatori, tra cui anche i carabinieri di Como e i volontari del soccorso alpino.
Il corpo scoperto con l’elicottero Drago
La svolta è arrivata martedì mattina, quando si è alzato in volo l’elicottero Drago dei vigili del fuoco. Durante il sorvolo, il corpo dell’uomo è stato individuato in una zona impervia, nascosto tra la vegetazione. Purtroppo, i soccorritori non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.
Secondo una prima ricostruzione, il turista sarebbe scivolato durante l’escursione, cadendo lungo un pendio. L’area in cui si trovava era difficile da raggiungere a piedi e molto isolata, fattori che hanno probabilmente reso impossibile qualsiasi tentativo di salvataggio immediato.

Sicurezza in montagna: un richiamo alla prudenza
Il caso ha riacceso l’attenzione sull’importanza di affrontare le escursioni in montagna con la massima prudenza, soprattutto se si è soli e in territori non familiari. Anche in presenza di buone condizioni fisiche e con attrezzatura adeguata, la montagna può riservare imprevisti pericolosi.
Le operazioni di ricerca, sebbene tempestive e ben coordinate, non sono bastate per evitare l’esito tragico. La tragedia lascia ora sgomenta una comunità e segna dolorosamente la vacanza di una coppia che aveva scelto il lago di Como per un momento di serenità.