
L’esercito israeliano ha diramato un nuovo ordine di evacuazione immediata per diverse aree nel cuore della Striscia di Gaza. L’avviso, pronunciato in arabo dal portavoce militare, riguarda una lunga serie di quartieri di Gaza City e dell’area di Jabalia, colpite nelle ultime ore da un intenso deterioramento delle condizioni sul terreno.
La comunicazione è arrivata all’indomani di un grave incidente in cui un carro armato israeliano è stato colpito, provocando la morte di tre giovani militari. L’episodio ha acceso l’allarme nei vertici delle Forze di difesa israeliane, che si preparano ora a nuove operazioni militari ad alta intensità.

Ordine di evacuazione e minaccia di raid
L’Idf ha chiesto ai civili presenti nelle aree coinvolte di lasciare le loro abitazioni e dirigersi verso la parte meridionale della Striscia, in una zona dichiarata “sicura” dai comandi militari. La lista dei quartieri coinvolti è estesa e comprende alcuni dei centri abitati più popolati del nord della Striscia.
Le nuove operazioni potrebbero includere bombardamenti aerei e incursioni via terra, con l’obiettivo dichiarato di neutralizzare postazioni nemiche e individuare tunnel e armamenti nascosti nei centri urbani.
Sale la tensione nel nord della Striscia
Le indicazioni diffuse dall’esercito parlano di un’azione “rapida e determinata”, che dovrebbe cominciare nelle prossime ore e interessare principalmente i quartieri densamente popolati di Sheikh Zayed, Zeitoun, al‑Daraj e altre zone centrali.
Si tratta della seconda grande evacuazione ordinata nell’arco di due settimane, segno che la situazione militare è entrata in una nuova fase. I movimenti di truppe segnalano una possibile intensificazione delle operazioni di terra, con lo scopo di stanare miliziani e arsenali sotterranei.
Pressione sui civili e rischio umanitario
Il rischio per i civili palestinesi è altissimo. Migliaia di persone, molte delle quali già sfollate più volte, si trovano ora costrette a lasciare nuovamente le proprie abitazioni. In diverse zone si segnalano difficoltà nei trasporti, mancanza di carburante e scorte alimentari ridotte al minimo.
La popolazione è stremata e in molti casi priva di informazioni chiare su dove andare e cosa fare. L’assenza di corridoi umanitari sicuri aggrava ulteriormente le condizioni della popolazione, già duramente colpita da mesi di operazioni militari e assedi continui.