
In una quieta sera, mentre il cielo si tingeva di sfumature malinconiche, un velo di tristezza è calato su chi, come me, ha avuto il privilegio di vivere un’epoca d’oro, quella in cui la fantasia prendeva forma e si materializzava in volti e voci indimenticabili. C’è un legame profondo e indissolubile con quei ricordi d’infanzia, fatti di risate genuine e pomeriggi trascorsi davanti a uno schermo che, allora, sembrava una finestra aperta su mondi incantati. E in quei mondi, figure come Enrico Valenti non erano solo creatori, ma veri e propri artefici di sogni, tessitori di trame che hanno accompagnato la crescita di intere generazioni, lasciando un’impronta indelebile nei cuori di milioni di bambini, ormai adulti. La sua scomparsa non è solo la perdita di un genio creativo, ma di un custode di quel patrimonio emotivo che ci lega indissolubilmente al nostro passato, fatto di spensieratezza e pura magia televisiva.
Quando giunge la notizia di un addio, soprattutto se riguarda una figura che ha segnato profondamente l’immaginario collettivo, è inevitabile che un’ondata di nostalgia ci travolga. È come se un pezzo della nostra storia personale si sfaldasse, portando con sé non solo la consapevolezza della fine di un’era, ma anche la riscoperta di un legame speciale con quel tempo che fu. Un legame fatto di colori vivaci, di personaggi bizzarri e di voci che, anche a distanza di anni, risuonano chiare nella memoria. E così, nell’eco di quelle risate infantili e nel ricordo di pomeriggi spensierati, si annida il dolore per la perdita di chi ha reso tutto questo possibile, di chi ha saputo trasformare semplici pupazzi in veri e propri compagni di giochi, capaci di regalare sorrisi e di infondere quella leggerezza che oggi, forse, ci manca tanto.
Un commiato al maestro della fantasia
Enrico Valenti, un nome che per molti potrebbe non risuonare con la stessa immediata familiarità di un attore o un conduttore televisivo, eppure la sua influenza sul panorama televisivo italiano degli anni ’80 e ’90 è stata monumentale. Si è spento all’età di 71 anni, lasciando un vuoto incolmabile non solo nel cuore dei suoi cari, ma anche in quello di chi ha avuto la fortuna di crescere con le sue creazioni.
Valenti non era un semplice artigiano; era un mago, un visionario, il genio indiscusso dietro il leggendario programma per bambini “Bim Bum Bam“, un vero e proprio fenomeno culturale che ha plasmato l’infanzia di milioni di italiani. La sua abilità non si limitava alla creazione di un singolo personaggio, ma si estendeva a un intero universo di figure iconiche come Five e Four, e a tanti altri indimenticabili pupazzi che hanno popolato e animato il piccolo schermo per decenni, diventando veri e propri membri onorari delle famiglie italiane.

La nascita di un laboratorio di sogni
Il 1980 ha segnato una pietra miliare nella carriera di Enrico Valenti: la fondazione del Gruppo 80 insieme a Kitty Perria. Questa non era una semplice compagnia di animazione, ma un vero e proprio laboratorio magico, un crocevia di idee e talenti dove la creatività prendeva vita e si trasformava in qualcosa di tangibile. All’interno di questo laboratorio, si sono concepiti e realizzati personaggi che avrebbero lasciato un’impronta indelebile nella storia della televisione. Il Gruppo 80 è stato il cuore pulsante da cui sono emerse le figure più amate e riconoscibili del palinsesto Mediaset dedicato ai più piccoli, dimostrando come la passione e la maestria potessero creare veri e propri fenomeni di costume, capaci di trascendere il mero intrattenimento e di diventare parte integrante della cultura popolare.

Uan, il compagno di milioni di bambini
Tra le innumerevoli creazioni di Valenti e del Gruppo 80, spicca in modo particolare il pupazzo Uan. Chiunque abbia vissuto gli anni ’80 e ’90 non può non ricordare questo pupazzo animato di peluche rosa, con il suo inconfondibile ciuffetto fucsia e l’aspetto di un simpatico cane. Uan non era solo un pupazzo; era un amico, un confidente, il compagno fedele che ha scandito i pomeriggi di milioni di bambini italiani, intrattenendoli con le sue gag e le sue espressioni buffe. Il suo debutto in televisione risale al 1983 e da quel momento in poi è rimasto la mascotte incontrastata di “Bim Bum Bam” fino al 1999, diventando un simbolo di un’epoca. Creato e realizzato con cura e dedizione da Kitty Perria ed Enrico Valenti, Uan prendeva vita grazie agli abili animatori del Gruppo 80, che gli conferivano movimenti fluidi e un’espressività sorprendente. A dare voce e anima a Uan era il talentuoso Giancarlo Muratori, la cui inconfondibile tonalità vocale lo rese ancora più amato e riconoscibile, tanto da diventare in seguito anche uno degli autori del programma, contribuendo a plasmare la sua personalità unica.
Il programma “Bim Bum Bam” è andato in onda dal 1982 al 2000 sulle Reti Mediaset, e rappresenta una pagina fondamentale nella storia della televisione italiana per bambini. Il suo successo era dovuto a un mix vincente di elementi, ma senza dubbio, i momenti più attesi e amati dai ragazzi erano quelli che vedevano protagonisti il pupazzo Uan e l’allora giovane e scattante Paolo Bonolis, affettuosamente soprannominato Pìolo. La sinergia tra i due era palpabile: le loro divertenti gag, ricche di improvvisazione e battute irresistibili, si alternavano al momento più intimo e coinvolgente in cui Bonolis leggeva le letterine dei bambini, commentandole con il suo storico compagno di peluche color rosa. Questa interazione creava un senso di familiarità e vicinanza, facendo sentire i piccoli spettatori parte integrante del programma.
Dopo l’addio di Bonolis, che intraprese una brillante carriera televisiva, Uan ha continuato a essere il cuore pulsante della trasmissione, affiancando altri conduttori che si sono succeduti al timone. Tra i nomi che hanno condiviso lo schermo con il celebre pupazzo si annoverano Manuela Blanchard, Carlo Sacchetti, Debora Magnaghi, Carlotta Pisoni Brambilla, Roberto Ceriotti, Marco Bellavia, Alessandro Gobbi, e la celebre Licia Colò, ognuno dei quali ha contribuito a mantenere vivo lo spirito giocoso e innovativo di “Bim Bum Bam”. La longevità del programma e l’affetto incondizionato del pubblico testimoniano l’impatto duraturo delle creazioni di Enrico Valenti e del suo Gruppo 80, capaci di superare le mode e di rimanere nel cuore di intere generazioni, come un dolce e persistente ricordo di un’infanzia felice.