
Martedì 15 luglio, all’aeroporto di Fiumicino, uno dei più trafficati d’Italia, è andata in scena una situazione che ha suscitato un’ondata di indignazione sui social. A parlarne pubblicamente è stato Luca Zingaretti, attore e regista noto al grande pubblico per il suo storico ruolo del Commissario Montalbano, che ha scelto il suo profilo Instagram per denunciare quanto visto con i propri occhi.
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“Una moglie di politico ha saltato la fila con la scorta”
Il racconto è diretto, senza giri di parole. “Oggi a Fiumicino, quando depositavo il bagaglio, ho assistito a una scena. C’era la moglie di un politico nazionale che è passata davanti a tutti, con la scorta che le diceva prego”, ha dichiarato Zingaretti in un video pubblicato nelle sue stories. Il tono è visibilmente infastidito, lo sguardo serio. Poi l’aggiunta, ancora più dura: “Ma non vi vergognate? Neanche per andare in vacanza? Vergognatevi”.
La clip è diventata virale nel giro di poche ore, rilanciata da centinaia di profili e accompagnata da un’ondata di commenti indignati. Il gesto raccontato dall’attore, e la sua reazione pubblica, hanno toccato un nervo scoperto: quello della disparità di trattamento e dell’uso dei privilegi istituzionali anche in contesti di vita privata.

L’ondata di reazioni sui social
Nel video pubblicato su Instagram, Zingaretti non ha rivelato il nome del politico in questione, ma questo non ha fermato la valanga di commenti da parte degli utenti. In tanti hanno chiesto di fare nomi e cognomi, sottolineando come il gesto denunciato sia tanto più grave se privo di conseguenze pubbliche.
Tra le frasi più ricorrenti sotto il post e nelle ricondivisioni: “La colpa è nostra che andiamo ancora a votarli”, “Dovevi fare il nome però”, oppure “Il nome o non succede niente”. Commenti che mostrano chiaramente quanto l’indignazione dell’attore risuoni con quella di moltissimi cittadini che si sono sentiti rappresentati da quella denuncia.
Molti hanno anche espresso apprezzamento per il gesto di Zingaretti, ringraziandolo per aver dato voce a una rabbia collettiva troppo spesso silenziata o ignorata. Tra emoji di applausi, faccine infuriate e parole di sostegno, la narrazione social ha preso rapidamente piede, rafforzata dalla figura pubblica di chi l’ha raccontata.
La questione dei privilegi istituzionali
L’episodio riaccende un dibattito tutt’altro che nuovo: quello sull’uso delle scorte e dei privilegi da parte dei politici e dei loro familiari. Se da un lato esistono protocolli di sicurezza che prevedono determinate tutele, dall’altro molti cittadini percepiscono un abuso di questi strumenti, specialmente quando vengono impiegati in contesti non istituzionali, come le vacanze private.
Nel caso raccontato da Zingaretti, la presenza della scorta e l’uso di un presunto status politico per saltare una fila comune diventa simbolo di una frattura tra chi serve lo Stato e chi se ne sente al di sopra. Una frattura che, in un Paese in cui la fiducia nelle istituzioni è spesso fragile, contribuisce ad alimentare un clima di sfiducia e malcontento.
«Oggi, a Fiumicino, ho assistito a una scena: la moglie di un politico nazionale è passata davanti a tutti, con la scorta che faceva “prego, prego”. Ma non vi vergognate?».
— Betty (@Elisabetta_H_) July 15, 2025
Così Luca Zingaretti.
Via al toto-nomi. pic.twitter.com/g9sGzwS8ip
Quando il volto noto rompe il silenzio
Non è la prima volta che un personaggio pubblico interviene su comportamenti legati al potere, ma l’intervento di Luca Zingaretti colpisce per la sua immediatezza e autenticità. Non c’è strategia comunicativa, né spettacolarizzazione. Solo una testimonianza personale che si è trasformata, nel giro di poche ore, in un caso virale.
E proprio per questo, il video pubblicato martedì ha assunto il valore di una denuncia civile. Non tanto (o non solo) contro un singolo gesto, quanto contro una cultura del privilegio che continua a riaffacciarsi, anche nei luoghi più ordinari. Come una fila al check-in di un aeroporto.