
La foto generata dall’intelligenza artificiale che ha raffigurato Zio Sam con i lineamenti di Donald Trump, mentre spara bolle di sapone contro il Cremlino, è un esempio della risposta provocatoria dei media russi alle recenti dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti. Il leader americano ha annunciato nuovi piani per l’invio di armamenti a Kiev, ma le sue parole non sono passate inosservate. Il caso ha scatenato un’onda di reazioni, non solo in Russia ma anche a livello internazionale.
La risposta dei media russi
Ria Novosti, una delle principali agenzie di stampa statali, ha commentato ironicamente la politica americana riguardo all’Ucraina. “Gli Stati Uniti hanno di nuovo cambiato la loro politica riguardo alle forniture di armi all’Ucraina”, si legge nell’articolo. La critica si concentra sull’inaffidabilità della strategia americana, che alterna periodi di fornitura e sospensione degli armamenti. Il commento si conclude con una visione sarcastica: “La nostra strategia di denazificazione dell’Ucraina sta funzionando bene e non c’è motivo di abbandonarla”, seguito da una riflessione sulla realtà dei dazi del 500% che gli Stati Uniti potrebbero imporre a chi acquista idrocarburi dalla Russia. In risposta, l’articolo sottolinea come la Russia si sia già rivolta ad altri acquirenti come India e Cina, mettendo in dubbio l’efficacia delle minacce americane.

Nel frattempo, Trump ha espresso il suo disappunto nei confronti di Putin, accusandolo di “parlare in modo gentile per poi bombardare la sera”. Le sue dichiarazioni hanno fatto discutere anche sul piano delle sanzioni e degli aiuti all’Ucraina. Secondo fonti vicine alla Casa Bianca, Trump ha recentemente avuto una conversazione telefonica con Putin, in cui il leader russo ha ribadito la sua intenzione di intensificare l’azione militare nell’Ucraina orientale, con l’obiettivo di arrivare ai confini amministrativi delle regioni sotto il controllo russo.
Le reazioni interne in Russia e le prospettive future
Dalla Russia, le reazioni sono state critiche nei confronti delle politiche statunitensi, con Izvestia che sottolinea come la diplomazia americana stia ignorando i reali sviluppi sul campo di battaglia. Aleksej Zhuravlev, vicepresidente della commissione Difesa della Duma, ha commentato: “Al momento non commerciamo quasi nulla con gli Stati Uniti, un misero fatturato commerciale di otto miliardi di dollari”. D’altro canto, Kirill Dimitriev, figura di spicco dei negoziati con gli Stati Uniti, ha parlato della necessità di un dialogo costruttivo, invitando a rivedere la politica di “pressione” su Mosca.

Anche Alexey Kalmykov, commentatore economico della BBC, ha messo in discussione l’efficacia delle minacce di Trump, evidenziando come la Cina sia già un partner commerciale forte per la Russia, neutralizzando così gli effetti di qualsiasi ulteriore pressione economica. Nonostante le critiche, rimane una certa incertezza sul futuro delle relazioni tra Russia e Stati Uniti, con alcuni media russi che suggeriscono una “dura risposta” da parte del presidente Putin, ma si tratta di dichiarazioni che potrebbero essere interpretate come mera propaganda. In questo scenario complesso, Putin preferisce mantenere un profilo basso, osservando attentamente gli sviluppi mentre le tensioni continuano a crescere.